In ripresa il mercato dei distributori automatici

Dopo il crollo delle vendite a causa dello smart working, il mercato dei distributori automatici sta lentamente tornando a livelli a pre-Covid
In ripresa il mercato dei distributori automatici

Fra i tanti settori colpiti dal lockdown quello dei distributori automatici è fra quelli che ha subito il crollo più marcato. Con più di 30mila addetti, 3mila imprese e oltre 820 mila macchine installate, la distribuzione automatica italiana rappresenta la più importante catena distributiva automatica alimentare d’Europa, leader anche nella produzione delle macchine (il 70% destinato all’export).

Dallo “Studio sul settore della distribuzione automatica in Italia” realizzato da Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, in collaborazione con Ipsos, emerge che nel 2020 la chiusura preventiva di scuole, uffici e pubbliche amministrazioni dovuta alla pandemia ha causato la perdita di oltre il 31% di fatturato che ha portato il giro d’affari a 1,6 miliardi di euro (tra mercato del vending e quello dell’Ocs – Office Coffee Service).

Il trend del mercato Ocs (caffè a capsule e cialde), inteso come business dei gestori professionali, già da diversi anni è negativo a causa dell’aumento dell’offerta di capsule e cialde anche in molti altri canali (e-commerce, negozi specializzati, grande distribuzione), ma nel 2020 ha fatto registrare una riduzione più contenuta rispetto al settore dell’automatico.

INDIETRO NON SI TORNA

La risalita della china è lenta e ha fatto segnare, nel 2021, un + 12% ma il gap non verrà colmato nemmeno nel 2022 quando lo scostamento negativo sul 2019 dovrebbe rimanere tra il 12 e il 15%. Il condizionale è d’obbligo perché se si dovesse tornare ad approntare misure di contenimento della pandemia la percentuale sarebbe più elevata.

Ci stiamo avvicinando – spiega Massimo Trapletti, presidente Confida – a quel -10% che stimiamo sia una quota di perdita non recuperabile se si prende in considerazione il solo mercato di riferimento pre-Covid. Infatti, lo smart working è diventato strutturale e quindi negli uffici ci sono meno presenze. Ovviamente non ci accontentiamo, il percorso per aumentare e differenziare l’offerta è ben avviato, ma ci vuole tempo perché si possa consolidare. È necessario puntare su innovazione, transizione digitale e sostenibilità”.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA E NUOVI SBOCCHI

La ripresa del settore deve passare per innovazioni che sappiano affrontare il cambiamento irreversibile che ha stravolto il mercato. Per esempio, per sopperire alla chiusura delle mense aziendali alcuni operatori propongono 350 ricette e locker refrigerati che funzionano con app dove si può anche prenotare il pasto. In alternativa si può cavalcare l’onda dei negozi automatici che stanno crescendo in maniera esponenziale tanto che, a oggi, se ne contano oltre 1.500.

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