Usa, l’inflazione non frena la voglia di fuori casa

Secondo uno studio della piattaforma Popmenu i consumatori americani spendono il 40% del budget alimentare per mangiare al ristorante. Il 29% pensa che sia più conveniente che cucinare a casa, nonostante i rincari praticati da quasi tutte le catene di ristorazione
Usa, l’inflazione non frena la voglia di fuori casa

Il 40% del budget per i consumi alimentari del cliente medio viene speso al ristorante nonostante l’inflazione crescente, negli Stati Uniti. Lo racconta Emma Liem Beckett in un articolo su Restaurant Dive, che cita un sondaggio condotto a maggio 2022 da Popmenu, piattaforma di gestione informatica per insegne di ristorazione, su oltre 1.000 consumatori.

Il 33% dei commensali che ordinano al ristorante online spende in media 50 dollari o più, secondo l’indagine; il 45% dei consumatori mangia al ristorante almeno due volte alla settimana. E vista l’inflazione crescente, i consumatori dichiarano che sarebbero più propensi a tagliare le spese per i vestiti, i viaggi, le iscrizioni in palestra, i servizi di rideshare e altro ancora piuttosto che ridurre le spese per il fuori casa. 

MIGLIOR RISTORANTE FAI-DA-TE

Nonostante i ripetuti annunci di diverse grandi catene di ristoranti dell’intenzione di aumentare i prezzi dei menu per compensare i costi crescenti delle materie prime, Popmenu ha rilevato che il 29% dei consumatori ritiene più conveniente ordinare al ristorante piuttosto che acquistare al supermercato gli ingredienti per preparare i pasti a casa. Il 27% dei consumatori, invece, ritiene che questi costi siano perfettamente comparabili.

«Mentre tengono sotto controllo l’andamento dell’economia e le loro spese complessive, anche con un certo grado di preoccupazione, le cene al ristorante continuano a rappresentare una parte significativa del loro budget mensile», ha dichiarato Brendan Sweeney, CEO e co-fondatore di Popmenu.

LA TENDENZA DEL TRADING DOWN

Dallo studio non è chiaro, tuttavia, quali tipi di ristoranti stiano beneficiando di questa fiducia incondizionata dei consumatori. I dati di Placer.AI, società di analytics per insegne di ristorazione, suggeriscono che un numero sempre più significativo di commensali tende a fare trading down, ovvero spendere di più presso marchi che hanno offerte migliori: un modo per non negarsi il piacere di un pasto fuori, mentre i ristoranti diventano sempre più costosi.

Chipotle, ad esempio, ha annunciato che aumenterà i prezzi del 4% ad agosto 2022, dopo averli già aumentati del 4% a dicembre. Il direttore finanziario Jack Hartung ha dichiarato che i clienti non sono stati scoraggiati dai pasti più costosi.

In confronto, i prezzi dei menu di Domino’s sono aumentati di circa il 6% nel secondo trimestre e McDonald’s ha aumentato i prezzi negli Stati Uniti di circa l’8% nel primo trimestre, contribuendo alla crescita delle vendite negli stessi punti vendita nel secondo trimestre.

«La scelta di come spendere i propri soldi è in parte influenzata dal grado di coinvolgimento dei consumatori da parte del ristorante attraverso la comunicazione digitale e dalla fluidità  nell’esperienza complessiva, sia online che sul posto», ha commentato Sweeney. «Qualità, convenienza e valore sono al primo posto».

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