Guerra in Ucraina: i big del food retail chiudono… e donano

McDonald’s, Starbucks e KFC hanno chiuso i propri ristoranti in Russia, mentre Burger King li sta mantenendo aperti per supportare i rifugiati ucraini
Guerra in Ucraina: i big del food retail chiudono… e donano

La crisi Russia-Ucraina inizia purtroppo a sortire i primi effetti sulla ristorazione commerciale. Tre big del food retail del calibro di McDonald’s, Starbucks e KFC hanno infatti deciso di chiudere temporaneamente i propri punti vendita in Russia, sia per proteggere i dipendenti ma anche in segno di protesta.

La scelta di McDonald’s

Il CEO di McDonald’s, Chris Kempczinski, in un’e-mail inviata ai dipendenti e ai franchisee di McDonald’s, ha dichiarato: “Il conflitto in Ucraina e la crisi umanitaria in Europa hanno causato sofferenze indicibili a persone innocenti. Come sistema, ci uniamo al mondo nel condannare l’aggressione e la violenza e nel pregare per la pace. La nostra compagnia ha fornito supporto finanziario immediato al nostro team in Ucraina. Continueremo a pagare gli stipendi pieni per i nostri dipendenti ucraini e abbiamo donato cinque milioni di dollari al nostro Fondo di assistenza ai dipendenti e continueremo a sostenere i soccorsi guidati dalla Croce Rossa Internazionale nella regione”.

La scelta di Starbucks

“Abbiamo deciso di sospendere tutte le attività commerciali in Russia, inclusa la spedizione di tutti i prodotti Starbucks”, ha dichiarato Kevin Johnson, CEO e presidente di Starbucks, in una lettera spedita ai dipendenti dell’azienda. “Il nostro partner autorizzato ha accettato di sospendere immediatamente le operazioni dei punti vendita e fornirà supporto ai quasi 2.000 partner in Russia che dipendono da Starbucks per il loro sostentamento”.

Starbucks ha circa 130 sedi autorizzate in Russia e Ucraina, secondo Bank of America Securities.

La scelta di KFC

Yum Brands Inc., capogruppo, tra gli altri, di KFC, Pizza Hut, Taco Bell ha dichiarato che sono in fase di sospensione le attività dei ristoranti di proprietà dell’azienda KFC in Russia e che sta finalizzando un accordo per sospendere tutte le attività anche di Pizza Hut, in collaborazione con il suo master franchisee. In precedenza, Yum aveve già sospeso gli investimenti e lo sviluppo di ristoranti in Russia.

“Come tanti in tutto il mondo, siamo scioccati e rattristati dai tragici eventi che si stanno svolgendo in Ucraina”, ha affermato Yum in una nota.

In Russia, Yum Brands ha circa 1.000 unità KFC e 50 sedi di Pizza Hut quasi tutte in licenza o franchising. Yum Brands ha affermato che la sua fondazione ha donato 1 milione di dollari alla Croce Rossa per sostenere le persone colpite dalla crisi, ha attivato Yum! Disaster Relief Fund per sostenere i dipendenti e affiliati ucraini e sta destinando le donazioni dei dipendenti a UNICEF, Croce Rossa, World Food Programm e International Rescue Committee.

La scelta di Burger King

Restaurant Brands International Inc., che gestisce Burger King, ha affermato che il brand ha impegnato 3 milioni di dollari per sostenere immediatamente i rifugiati ucraini. RBI ha affermato inoltre che stava destinando i profitti delle operazioni in franchising in Russia agli sforzi umanitari, iniziando con una donazione di 1 milione di dollari all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR. In più, gli affiliati di Burger King in più di 25 paesi in Europa stanno collaborando con ONG locali per distribuire $ 2 milioni di buoni pasto Whopper gratuiti ai rifugiati ucraini in arrivo in detti paesi, da essere utilizzati nelle prossime settimane, si legge in una nota.

RBI ha affermato di avere circa 800 ristoranti in franchising Burger King in Russia.

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