L’Asolo Prosecco supera quota 21 milioni di bottiglie

Già quarta denominazione spumantistica italiana nel 2020, la piccola Docg veneta continua a crescere (+70% in quattro anni). Il mercato USA traina l'export
L’Asolo Prosecco supera quota 21 milioni di bottiglie

L’Asolo Prosecco ha chiuso il 2021 con un nuovo record. La più piccola tra le denominazioni che legano il proprio nome al vino italiano più venduto al mondo supera, infatti, quota 21 milioni di bottiglie. Un +14% rispetto ai 18,7 milioni di bottiglie del 2020, che conferma un trend inarrestabile anche in tempo di Covid; nel 2019 l’imbottigliato si era, infatti, fermato a quota 17 milioni, con un balzo rispetto ai 12,6 milioni del 2018.

Questo significa che in quattro anni – tra il 2018 e il 2021 – la Docg trevigiana è cresciuta quasi del 70% in termini di bottiglie messe sul mercato. 

Il successo dell’Asolo Prosecco è intimamente legato alla sua origine“, commenta Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio che conta 460 soci di cui 40 imbottigliatori, in maggioranza piccolissimi. Infatti i 2.600 ettari vitati (2 mila rivendicati Asolo Prosecco) sono incastonati “in un territorio straordinario” – rimarca – “nel quale i vigneti sono al limitare del bosco e c’è un perfetto equilibrio con l’uomo e la sua storia. Nel calice si trovano il fascino, la bellezza, la storia di Asolo e dei suoi paesaggi“.

EXPORT: USA PRIMO MERCATO

Il 2020 aveva già visto la denominazione veneta affermarsi al quarto posto in Italia, confermando un trend positivo in costante crescita che si affida all’export per il 70% delle vendite. 

Ora il consorzio si prepara al tour con Slow Wine negli Usa, che rappresentano il primo mercato assoluto con il 65% dell’export complessivo, mentre l’Europa continentale pesa per un 10%. Oltreoceano le bollicine asolane toccheranno le città di San Francisco, Seattle, Austin, Miami e New York.

VITICOLTURA EROICA

Quella dell’Asolo Prosecco è una viticoltura eroica, su terreni scoscesi e con rese molto limitate nei vigneti più impervi. Ancora oggi la vendemmia viene eseguita a mano, selezionando solo le uve migliori. 

Sul “cru” di collina, tra i rilievi che circondano il borgo di Asolo e gli altri paesi della zona, viene coltivata la glera, il vitigno autoctono del trevigiano che si affermò all’epoca della Serenissima. Possono inoltre concorrere alla nascita dei vini della Docg (fino ad un massimo del 15%) anche altre storiche varietà locali: la Bianchetta Trevigiana, il Verdiso, la Perera o la Glera lunga. 

Grazie al carattere fortemente identitario, nel giugno 2009 il ministero per le Politiche agricole ha riconosciuto la Docg dell’Asolo Prosecco.

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