Prosecco, marchio IG protetto in Cina e mercato a +112%

Importante conferma sul fronte della tutela internazionale: prosecco da 926 mila a 1,35 milioni di bottiglie
Prosecco, marchio IG protetto in Cina e mercato a +112%

La ‘partita’ era iniziata nel 2014, quando il Consorzio di tutela della Doc depositò in Cina il marchio collettivo “Prosecco. Un passo cruciale mirato a garantire la protezione della denominazione, che trovò però l’opposizione da parte dell’Australian Grape and Wine Incorporated, volta ad ostacolare la protezione dell’Indicazione Geografica.

Ora la diatriba si è conclusa con una vittoria per il Consorzio italiano, che chiude il 2021 ottenendo la conferma dell’importante riconoscimento internazionale. Il Cnipa – l’ufficio marchi cinese – ha infatti rigettato l’opposizione australiana, confermando che “Prosecco”, essendo un’indicazione geografica, risulta un marchio idoneo a distinguere l’origine dei prodotti. 

SINERGIA DI SUCCESSO

Un successo confermato dall’ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, Luca Ferrari, che in una lettera al presidente del Consorzio Stefano Zanette esprime i rallegramenti per la positiva conclusione del procedimento. “Il successo dell’operazione va ascritto al costante lavoro del Consorzio” – rimarca Zanette – “supportato dalla collaborazione dell’Ambasciata italiana a Pechino e della Commissione Europea, che hanno aiutato a raggiungere questo importante risultato internazionale, dimostrando ancora una volta quanto la sinergia tra istituzioni pubbliche e private risulti vincente“. 

MERCATO IN CRESCITA

Si tratta di una svolta cruciale, considerate le potenzialità del mercato cinese che cresce nonostante le difficoltà legate a pandemia e trasporti. A fronte di 926 mila bottiglie vendute nei primi 9 mesi del 2019, nello stesso periodo del 2021 il numero complessivo è salito a 1.353.000 bottiglie

Uno sguardo alle ultime annate mostra dunque un trend decisamente positivo (+112%), anche se “è evidente che, data la vastità del territorio cinese e la sua forte densità demografica, questo Paese non abbia esaurito le potenzialità” – sottolineano dal Consorzio – “nei confronti del vino italiano e in particolare del comparto bollicine, soprattutto quelle rosé che sembrano essere maggiormente apprezzate dal consumatore cinese. La Cina è un Paese nel quale come Consorzio abbiamo dimostrato di credere, tanto da aprire una Casa Prosecco nell’antica capitale Xi’An“. Una sede operativa per promuovere la conoscenza della denominazione, erogando informazioni in lingua cinese. “I risultati sono interessanti” – conclude Zanette – “e più interessante lo sviluppo al quale potremo assistere in un futuro, confidiamo, non così lontano“.

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