Storie di resilienza ed empatia nell’era del Covid

Perdite economiche e chiusure forzate, ma anche gesti di generosità e legami speciali coi clienti. La pandemia negli Usa cambia il volto della ristorazione e riscrive le regole della fidelizzazione.

Per una volta, non sono i disastrosi numeri dell’impatto della pandemia di Covid-19 sul mondo della ristorazione a fare notizia, ma i tanti – spesso sconosciuti alle cronache – atti di gentilezza che la situazione di emergenza ha generato e che hanno preso vita proprio nel mondo dell’Horeca. Sull’Huffington Post, Lee Breslouer ne ha raccolti una serie.

IL SOSTEGNO DI CLIENTI AFFEZIONATI

C’è, per esempio, la storia della coppia che frequentava abitualmente il Roots Cafè di New York, che dopo la chiusura, ha fatto arrivare alla titolare un assegno da mille dollari e un bigliettino in cui esprimeva il proprio rammarico per lo stop forzato e l’augurio che lei e lo staff potessero superare il momento più buio e ripartire. “Il mondo mi era crollato addosso e all’improvviso quel messaggio di incoraggiamento mi ha fatto tornare la voglia di provare a reagire: se due sconosciuti avevano creduto in me, perché non avrei potuto farlo io?”, spiega Mandy Gorton, la proprietaria. Che è riuscita a restituire la somma ai due affezionati clienti, che non hanno però accettato di riaverla: “Avremmo comunque speso quel denaro qui“, hanno precisato. Ed è proprio al Roots Cafè che sono tornati, una volta che le norme anti-Covid sono state allentate. 

UN LEGAME STRETTO NELLA PANDEMIA

Un donatore anonimo ha, invece, deciso di dare una mano al Datz Restaurant di Tampa, in Florida, partecipando all’asta di bottiglie di whisky d’epoca allestita dai titolari in cui ha pagato un Pappy Van Winkle la bellezza di 40 mila dollari, il doppio del prezzo richiesto. “Dopo aver scoperto che si trattava di un veterano della guerra in Iraq, a circa un anno di distanza siamo riusciti a fare una donazione consistente alla Quantum Leap Farm, una struttura in cui si pratica ippoterapia per gli ex combattenti alle prese con il superamento di traumi e disordini post traumatici“, racconta Suzanne Perry, la proprietaria del ristorante. A cui fa eco Kwini Reed, titolare della caffetteria Poppy + Rose a Los Angeles: “La pandemia, il ritrovarsi tutti insieme ad affrontare la stessa minaccia, ha ridefinito il senso del nostro lavoro. Siamo diventati angeli custodi, persone a cui affidarsi quando andare al supermercato a fare la spesa era complicato, o ogni volta che l’unico piacere era concedersi un pasto a domicilio un po’ speciale. Abbiamo sentito così tanta gratitudine ed energia positiva, che non possiamo fare altro che essere grati a tutti e cercare di restituire almeno una parte di questo affetto“.

ANELLO DI FIDANZAMENTO E PANCAKE

Sachi Nakato Takahara, proprietario del ristorante sushi di Atlanta chiamato Nakano, ha mostrato la sua di gratitudine offrendo la cena al cliente che è andato da lui subito dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino: “Il suo gesto fa bene a tutta la comunità, era un dovere celebrarlo in qualche modo“. Mentre lo staff del Concord Hill Cafè di Brooklyn, New York ha deciso di dare una mano a Lev, cliente affezionato che voleva chiedere in sposa la fidanzata Amanda, sollevando almeno un po’ il velo di tristezza che permeava ogni cosa durante i mesi peggiori del lockdown. “Abbiamo chiesto ad Amanda se le sarebbe piaciuto essere la protagonista di una nuova campagna social, i cui scatti si sarebbero tenuti qui davanti al locale. Lei ha indossato un abito carino e ci ha raggiunto, ma una volta arrivata davanti alla vetrina ha trovato Lev, in ginocchio, con un vassoio in cui insieme ai loro pancake preferiti c’era l’anello di fidanzamento…“. Il finale? Un brindisi collettivo pieno di emozione e la sensazione, almeno per un attimo, di una luce in fondo al tunnel.

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