TikTok: è il momento del fuori casa

Il fuori casa approda su TikTok e lascia il segno: breve guida all'uso e due case histories di successo per orientarsi su questo nuovo social

Per capire l’impatto di TikTok nella società e nel quotidiano, basta dare un’occhiata ai numeri. A luglio 2020 l’app ha raggiunto gli otto milioni di iscritti italiani, registrando una crescita del + 377% rispetto all’anno precedente. La quarantena ha ampliato il target potenziale del nuovo social: il suo utilizzo, infatti, non è cresciuto solo fra i giovanissimi, ma anche nella fascia d’età 25-34 anni (+258%) e over 35 (+201%).

Un’impennata del genere rischia di far tremare Mark Zuckerberg e, mentre ci si interroga su quale social media è destinato ad avere la meglio, una cosa è certa: TikTok è arrivato e ha intenzione di restare… è quindi ora di stringerli la mano e fare la sua conoscenza.

IDENTIKIT DI TIKTOK: LE NOZIONI DA CONOSCERE

Lanciato nel 2016 con il nome di musical.ly, TikTok è il primo social a fruizione verticale (quindi, mobile-first) e popolato esclusivamente da video. Questi sono realizzati dagli utenti direttamente sull’app tramite un semplice editor di video che permette la personalizzazione tramite filtri, transizioni e jingle.
La manipolazione semplificata dei contenuti rende il confine fra utente e content creator molto più sottile: basta passare un po’ di tempo sulla piattaforma per realizzare brevi clip video ad effetto wow e scalare la fan base.

In cosa, inoltre, TikTok si differenzia dagli altri social, e da Instagram in particolare? Su Instagram gli utenti mostrano il dietro le quinte della loro vita; su TikTok gli utenti si sfidano seguendo trends e challenges. Una canzone diventa virale? Gli utenti si sfidano in balletti e intepretazioni. Un filtro ha successo? Gli utenti cercheranno di utilizzarlo nel modo più originale e acchiappa-follow.

Un DNA di questo tipo rivoluziona i metodi di content creation: non è più il singolo che ispira la comunità, ma il contrario; non basta più fare una foto “intagrammabile”, ma bisogna seguire, individuare le tendenze e crearci uno storytelling attorno. E bisogna farlo bene perché la Gen Z, il target principale di TikTok, si accorge se un utente, o un Brand, è costruito e poco autentico.

DUE CASE HISTORIES NEL MONDO DEL FUORICASA

Il DNA di TikTok ha inizialmente tenuto i Brand più lontani. I social non sono più come qualche anno fa quando “bastava esserci”. Oggi non basta, oggi bisogna saperci stare. Qualche azienda ha iniziato timidamente a pubblicare e, negli ultimi mesi, sono state lanciate due campange interessanti nel mondo del fuori casa.

La prima è di McDonald’s Italia che è approdato sulla piattaforma per festeggiare il ventesimo compleanno del Crispy McBacon. E lo ha fatto inventano una challenge brandizzata.

Con il nome di #CrispyChallenge e un jingle creato ad hoc, McDondald’s ha chiesto a tutti i Crispy Lovers del social di sfidarsi. Tutto ciò che gli utenti dovevano fare era eseguire una sequenza di passi o crearne una nuova per celebrare il Crispy McBacon. Semplice ed estremamente efficace: in solo 8 giorni, la challenge ha generato 228 milioni di video views e 193.000 video creati da oltre 75.000 creators del social.

Anche KFC non si è fatto sfuggire l’occasione. Dopo la campaign italiana tutta al digitale e incentrata sul Colonnello, KFC Deutschland ha continuato ad esplorare i confini del digitale lanciando una campagna su TikTok. Ancora una volta è il Colonnello protagonista, che prende vita attraverso le imitazioni e le mosse degli utenti. Con l’hashtag #dothecolonel , KFC ha chiesto ai suoi fan di interpretare il Colonnello Sanders attraverso una dance routine. Il risultato? 216 milioni di visualizzazioni e 60.000 video creati dalla community.

Le due catene hanno agito in modo molto simile: studiando la piattaforma e inventando due Branded Hashtag Challenges. Hanno capito come parlare il linguaggio di questo nuovo social, instaurando così uno spontaneo aumento di interazioni e visualizzazioni.

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