Col Covid è boom vegano in Europa

Il trend, già in atto nel pre-pandemia, ora è esploso. Nel Regno Unito la sfida a “convertirsi” con l’anno nuovo sfiora il mezzo milione di adesioni. E conquista endorser di primo piano, come Nestlè e Domino’s Pizza
Col Covid è boom vegano in Europa

Più attenzione alla salute, all’ambiente, alla provenienza dei cibi che mangiamo, sempre più esperienze di coltivazione e produzione in casa degli alimenti. La pandemia di Covid-19 non ha avuto solo effetti negativi sul mondo del food: il livello di sensibilità per alcuni aspetti più direttamente legati all’impatto del cibo sulla nostra salute è cresciuto, tanto da rinforzare in maniera significativa le fila di quanti hanno abbracciato nuovi regimi alimentari, a cominciare dal veganesimo.

UN PROGETTO NATO SETTE ANNI FA

A evidenziarlo, sul quotidiano inglese The Guardian, sono stati gli organizzatori di Veganuary, un progetto nato sette anni fa per promuovere il veganesimo attraverso una sorta di sfida lanciata agli scettici: abbracciare per almeno il primo mese dell’anno nuovo questo regime alimentare. 

La campagna ha riscosso un successo crescente fino a conquistare l’endorsement di aziende di largo consumo e insegne di distribuzione su tutto il territorio britannico.

PER IL 2021 SI PUNTA A 500 MILA “NUOVI VEGANI”

Dai 250 mila consumatori che hanno risposto alla “chiamata” nel 2019, nel 2020 il numero dei partecipanti è cresciuto sino a 400 mila, tanto da spingere l’organizzazione a puntare, per il 2021 al mezzo milione. Un numero ambizioso, ma non troppo, visto che gli amministratori delegati di aziende alimentari inglesi e di multinazionali come Nestlé hanno deciso di sostenere l’iniziativa, sensibilizzando in primis i dipendenti a fare altrettanto. 

DA NESTLÉ A MARKS & SPENCER: IL SUPPORTO DEI BIG

Marco Settembri, CEO di Nestlé Emena ha commentato: “Un regime alimentare a base di frutta e verdura ben pianificato può rispondere ai bisogni nutrizionali in ogni fase della vita e fa bene anche all’ambiente. Sono felice di veder crescere questo movimento, in Europa e oltre“. Si sono espressi in favore della campagna di Veganuary anche le società di consulenza Price Waterhouse and Coopers ed Ernst & Young, la media company Bloomberg, l’insegna di distribuzione Marks & Spencer e la più grande azienda inglese di prodotti alimentari vegani, Quorn. Il suo direttore commerciale, Philip Watson, ha spiegato: “Supportando Veganuary 2021 puntiamo ad avvicinarci al nostro obiettivo di raggiungere entro il 2030 la possibilità di servire 8 miliardi di pasti vegani nel mondo“. Per April Preston, direttore di sviluppo prodotto di Marks & Spencer l’intenzione è quella di incrementare le referenze dell’assortimento della linea di private label vegana Plant Kitchen e anche di promuovere il veganesimo sui media digitali: “Produrremo dei video divertenti ogni settimana in cui si mettono a confronto un classico della cucina inglese a base di carne e la sua alternativa vegana“. 

IL BOOM DEL TREND DOPO LA PANDEMIA

Anche prima dello scoppio della pandemia, in ogni caso, si era registrato un aumento dell’interesse verso le diete vegane o verso approcci “flexitariani, da parte di chi consuma carne e formaggi, ma intende ridurne la quantità. Ora, la tendenza è sempre più evidente: Iceland, il gigante della distribuzione di surgelati, metterà in vendita hot dog vegani, mentre Domino’s Pizza aggiungerà al menu un’alternativa di pizza vegana e crocchette di verdura. Il marchio Moving Mountains proporrà crocchette di pesce vegane a base di soia bianca, il cui colore e consistenza ricordano quelle del vero fish & chips all’inglese. 

BATTAGLIA PER UN CONSUMO SOSTENIBILE

Il fondatore di Veganuary Matthew Glover, infine, ha appena annunciato il lancio, insieme allo chef e ristoratore Adam Lyons, di VFC, un’azienda di produzione di pollo fritto 100% meat free, che intende denunciare gli abusi della produzione di massa sugli animali e gli effetti disastrosi del consumo di carne sui cambiamenti climatici e le catastrofi ambientali.

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