La rabbia dei ristoratori sul coprifuoco in Lombardia

Sit in di protesta degli esercenti sotto il Palazzo della Regione. Giovedì annunciano una manifestazione proprio alle ore 23. Fipe: «Il Governo ci metta nelle condizioni di sopravvivere»
La rabbia dei ristoratori sul coprifuoco in Lombardia

Dopo l’allarme della Fipe arriva la rabbia dei ristoratori milanesi. Una cinquantina di esercenti si sono radunati nei pressi di Palazzo Lombardia, sede della Regione, per protestare contro le ultime disposizioni in tema di Covid. Gli esercenti in particolare si sono ferocemente scagliati contro il coprifuoco che impone la chiusura entro le ore 23 eliminando di fatto la possibilità, denunciano i ristoratori, di servire i clienti già da dopo le 21.30.

MANIFESTAZIONE IL 23 A PALAZZO MARINO

Tra i manifestanti anche Paolo Polli, il ristoratore che fu multato per il sit-in del 6 maggio all’Arco della Pace. I ristoratori hanno annunciato una manifestazione di protesta a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, giovedì 22 ottobre proprio alle ore 23 in violazione e aperta contestazione dell’orario imposto dalle istituzioni. «Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso – ha detto Polli – è solo un modo per non rimborsare i ristoratori, mentre dovrebbero fare ronde e controllare la movida, lasciando che l’economia vada avanti». Alfredo Zini, del ristorante Al Tronco, e coordinatore di altre manifestazioni del settore Ho.re.ca, ha dato invece appuntamento giovedì mattina alle 11.30 in piazza San Babila e ha presentato le richieste del settore al consigliere regionale Gianmarco Senna della Lega, che ha raggiunto i manifestanti sotto Palazzo Lombardia spiegando che è il momento di «conciliare la situazione economica e quella sanitaria».

FIPE: «IL GOVERNO CI SOSTENGA»

«Se agli operatori della ristorazione e dell’intrattenimento viene chiesto l’ennesimo sacrificio, è necessario che lo Stato ci metta nelle condizioni di sopravvivere», aveva denunciato Fipe,  la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, solo poche ore prima del sit-in dei ristoratori quantificando nelle misure annunciate dal governo nel dpcm presentato dal primer Giuseppe Conte «una mazzata sui fatturati dei pubblici esercizi da 470 milioni di euro ogni mese».

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