Le robot dark kitchen sono già tra noi

La robotizzazione si fa sempre più largo nell’horeca e il sempre più florido comparto delle dark kitchen non fa ovviamente eccezione
Le robot dark kitchen sono già tra noi

Mettendo per un attimo da parte le implicazioni etiche e sociali, parole come robot e intelligenza artificiale sono due entrate ormai quasi in pianta stabile nel dizionario dell’horeca moderno. Dalla preparazione del cibo sino allo storytelling del prodotto passando per il servizio in sala, non vi è operazione all’interno di un ristorante che non possa venir espletata da un robot.

E il comparto delle dark kitchen, in crescita costante, che ha fatto di velocità e efficienza i propri punti di forza, non poteva certo essere impattata da questa nuova rivoluzione tecnologica.

EFFICIENZA TEDESCA

Stiamo rivoluzionando il comparto food: ogni pasto è preparato dal nostro chef di cucina robot all’avanguardia, cucinato individualmente, sempre fresco e gustoso, pronto da servire in 5 minuti”.

La frase che campeggia sulla pagina Linkedin della startup berlinese Aitme lascia poco spazio all’immaginazione.

In collaborazione con la piattaforma di delivery finlandese Wolt, da poco insediatasi anche nel capoluogo teutonico, Aitme ha infatti inaugurato la sua prima dark kitchen robotizzata.

L’azienda ha comunque specificato che il servizio non è ancora completamente automatizzato e che la preparazione dei piatti vede ancora la partecipazione dello chef in carne e ossa.

ECCO BEASTRO

Rimanendo in tema, la scorsa settimana, la startup israeliana Kitchen Robotics ha presentato Beastro, una vera e propria dark kitchen robotizzata.

Come mostrato nel video promozionale, Beastro si presenta come un piccolo chiosco individuale, in grado di preparare piatti in un’ora, di qualsiasi tipo di cucina, dall’asiatico all’italiano, incluse insalata e zuppe e viene offerto in sottoscrizione a 5’990 dollari al mese.

Il portale The Spoon fa giustamente notare che Beastro arriva al momento giusto, con una pandemia mondiale in corso che richiede minor contatto umano da un lato e con una clientela sempre più esigente anche quando ordina a domicilio dall’altro.

Business is business, con buona pace dei risvolti etici e sociali.

© Riproduzione riservata