Il valore del food delivery secondo Glovo

Italiani più “dolci” ma anche più diffidenti secondo quanto esposto da Glovo durante l’ultimo webinar di Appetite for Disruption e PwC Advisory, in collaborazione con Food Service
Il valore del food delivery secondo Glovo

Nell’ambito del webinar “Ristorazione & Delivery” organizzato da Appetite for Disruption, il primo think tank italiano sulla ristorazione e PwC Advisory, che si è tenuto venerdì 10 aprile, hanno partecipato Cris Nulli, Founder di Appetite for Disruption, Domenico Agnello, Associate Partner di PwC, Daniele Contini, Country Manager di Just Eat, Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo, Elisa Pagliarani, General Manager di Glovo.

L’iniziativa si è articolata con lo scopo di fornire validi suggerimenti per il miglior utilizzo delle piattaforme di food delivery e su come la ristorazione possa fare leva sul delivery in questo momento complesso di emergenza Covid.

Ecco quanto esposto da Glovo attraverso la voce della General Manager Elisa Pagliarani.

AUMENTANO I DOLCI, STABILE LA PIZZA, IN DISCESA POKE

L’emergenza Covid ha generato una leggera flessione del food delivery, compensato però dall’aumento di richieste per consegne di spesa, medicinali, fiori, libri e piccola elettronica. Nel settore food, si registra un considerevole aumento delle richieste di dolci e gelati, più moderata la crescita della pizza, stabile la cucina asiatica mentre sono in discesa poke, hamburger e cibo italiano.

Nonostante l’inflessione nel food delivery si registrano casi di eccellenza con ristoranti che hanno registrato anche incrementi del 40%, grazie anche a chi ha deciso di rimanere chiuso.

CAMBIANO GLI UTENTI, ORDINI PIÙ GRANDI MA ANCHE MAGGIOR DIFFIDENZA

Si registrano anche importanti cambiamenti a livello di utenza media. Prima dell’emergenza infatti, i fruitori erano lavoratori che si rivolgevano al food delivery per risparmiare tempo cercando qualcosa di pronto e veloce da mangiare, sia in pausa pranzo che alla sera quando  rincasavano. Ora lo scenario è cambiato. Si registrano infatti meno ordini ma più grandi, da parte di gruppi (famiglie e studenti), con una maggiore sensibilità al prezzo. Le ragioni alla base della riduzione della frequenza d’acquisto possono essere riassunti in tre punti:

  1. Dubbi sulla consegna: aver paura di esporsi a un momento di contagio durante la consegna a domicilio
  2. Paura sulla preparazione dei piatti all’interno del ristorante
  3. Incertezza economica e quindi restrizione

A tutti e tre Glovo sta ovviamente ponendo rimedio con l’imperativo “Abbattere le barriere”.

DUBBI SULLA CONSEGNA: CONTACTLESS E REGOLE DA SEGUIRE

Glovo sta ovviamente operando la consegna Contacless (a livello di Assodelivery): che passa dalla distribuzione sin dal primo giorno di mascherine e guanti, sia da parte dei nostri rider che da parte dei partner.

Vi è poi un focus sul momento di pick up, che prevede la predisposizione di tavoli all’ingresso del ristorante dove il ristoratore pone il pacchetto sigillato, e l’osservanza da parte dei rider in attesa fuori dal ristorante delle distanze di sicurezza.

La fase di delivery avviene tramite la disincentivazione del pagamento in contanti e regole chiare impartite sia al rider che all’utente.

PAURA SULLA PREPARAZIONE DEI PIATTI: SPAZIO ALLA COMUNICAZIONE

Non mancano ovviamente i consigli ai ristoratori su come ridurre il timore da parte degli utenti. Oltre che il rispetto delle misure di sicurezza, Glovo mette l’accento sul packaging, il quale, oltre che garantire l’integrità e la sicurezza del cibo, è un importante elemento di brand identity ed esperienza utente. Assolutamente da non trascurare è la comunicazione, che deve essere in grado di trasmettere sicurezza, e mostrare come avviene la preparazione e il confezionamento dei piatti attraverso elementi multimediali.

Altro elemento importante è la dispensa, la vendita di bevande e piatti confezionati. Ciascun ristorante è in grado, in base a quello che prepara, alle materie prime che usa o alle eccellenze che fanno la forza del brand, di poter aumentare i propri introiti con la dispensa, che va considerata comunque complementare e non sostitutiva del piatto finito.

IL FATTORE ECONOMICO: AVVIARE PROMOZIONI SOSTENIBILI

L’elemento Dispensa può tornare utile anche per incentivare coloro che dichiarano di preferire cucinare a casa e non ordinare per ragioni economiche: a loro si può consegnare a casa la materia prima

Ma è indispensabile lavorare su promozioni sostenibili, intelligenti, per esempio sulle bevande, su prodotti che hanno una marginalità maggiore, e proporre promo box. Il tutto per aumentare gli ordini senza intaccare i margini finali.

Vi è la necessità anche di lavorare sui costi di consegna. Interessante il servizio in sottoscrizione, come Glovo Prime che annulla i costi di consegna, utilissimo per chi acquista frequentemente.

COME RIPARTIRE?

“Molti ristoranti non sono abituati al delivery o non lo hanno mai visto come una componente importante del proprio fatturato, ma devono prepararsi al nuovo mondo digitale “post-Covid”

Secondo Glovo, la ripartenza dovrà basarsi su tre pilastri.

  1. Menu ridotto: piatti più semplici e meno costosi e che richiedono meno personale per la preparazione.
  2. Virtual brand che danno la possibilità di ampliare la propria presenza sul digitale a sforzo praticamente zero: sono un ristorante che fa sia pizza che pasta, quindi anziché avere un solo store all’interno dell’applicazione di delivery posso duplicarli e fare uno store solo pasta e uno store solo pizza, andando a sfruttare l’importanza del mio brand per sponsorizzare entrambi.
  3. Comunicazione: bisogna informare i clienti che c’è un canale in più per poter acquistare.
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