Away from home: cosa cambia all’epoca del tempo sospeso

Il secondo report di TradeLab su come gli italiani stanno affrontando l’attuale ‘sospensione della normalità’. Cresce la propensione a effettuare acquisti online, mentre si riscopre il valore dei negozi di vicinato

La seconda indagine realizzata da Metrica Ricerche per TradeLab è stata condotta tra sabato 28 marzo 2020 e lunedì 30 (mentre quella precedente il 7-9 marzo), in un contesto di ‘tempo sospeso’, ma profondamente mutato sotto tutti i profili. Sono esplosi, infatti, i dati relativi alla diffusione del contagio e alla mortalità, così come l’impatto al quale sono state sottoposte le strutture e il personale sanitario (ricoverati totali e in terapia intensiva) e le restrizioni dovute al distanziamento sociale si sono ormai irrigidite ed estese a tutto il Paese.

L’indagine sul campo è stata realizzata su un campione di mille cittadini – compresi nella fascia di età tra 18 e 65 anni – del panel web Netquest.

Aumenta in modo significativo la preoccupazione sull’impatto economico che avrà l’emergenza sanitaria a livello nazionale (dal 77% all’84% della popolazione) e personale (dal 51% al 67%).

CONSUMI: CRESCE LA VOGLIA DI BAR E GELATO

La maggior parte delle persone intervistate ritiene che l’emergenza, una volta superata, non inciderà sulla frequentazione futura di bar e ristoranti. Il 52% – e in misura ancor più rilevante i giovani della Generazione Z (66%) – dichiara che, dopo la crisi sanitaria, tornerà a frequentare bar e ristoranti come prima.

La prima ‘voglia’ in assoluto che si vuole soddisfare (top of the mind) è andare al bar – a prendere un aperitivo con gli amici (25%) o a bere un caffè/cappuccino (23%) – e andare in pizzeria (23%).

Più in generale, i cittadini vogliono riprendere, appena sarà possibile, i loro comportamenti away from home avendo come priorità di luoghi di consumo la pizzeria (46%), il bar (42%), il ristorante (28%) e la gelateria (22%).

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DIGITALIZZAZIONE E AUMENTO DELLA PROPENSIONE PER GLI ACQUISTI ONLINE

Nel corso delle ultime settimane si consolida ulteriormente la consapevolezza degli Italiani sul fatto che il processo di digitalizzazione del Paese – fatta di utilizzo «forzoso» di servizi digitali e di nuovi modelli di lavoro (smart working, telelavoro) – abbia rotto le barriere anche culturali esistenti e abbia consentito di accumulare un nuovo capitale di competenze per lo sviluppo futuro del Paese.

Cresce in misura significativa la propensione dei cittadini a effettuare acquisti online, soprattutto come conseguenza dei provvedimenti più restrittivi che hanno toccato in queste ultime settimane anche le regioni del Centro-Sud. Il 33% dei cittadini dichiara di aver modificato il suo comportamento verso un maggiore uso dell’e-commerce (contro il 17% della indagine precedente): un fenomeno in costante aumento man mano che la durata dell’attuale tempo sospeso si estende.

FORTE RISCOPERTA PER NEGOZI E SERVIZI DI PROSSIMITÀ

Un secondo aspetto da evidenziare riguarda la forte riscoperta dei cittadini dell’importanza sociale del negozio di vicinato (64%), in particolare nel Sud e tra i giovani della Generazione Z. Importanza da declinare sia in termini di servizio alla comunità locale o al quartiere, sia in termini di presidio e di vivibilità del territorio.

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Viene inoltre valorizzato con forza il servizio di prossimità offerto dalle imprese commerciali – piccole o grandi che siano – evidenziando l’importanza della prossimità non solo come vicinanza fisica del punto vendita al consumatore, ma anche come proposta di valore che offre l’impresa commerciale al consumatore (consegna a domicilio).

CENTRI COMMERCIALI: FUTURO TRA INCOGNITE E CAMBIAMENTO

Per quanto riguarda l’offerta commerciale gli intervistati evidenziano due aspetti che riguardano i centri commerciali. Il primo riguarda la frequentazione, che vede opinioni differenti. A fronte di un 37% di persone che non ritiene che si ridurrà la frequentazione di tali polarità commerciali, un altro 25% pensa, al contrario, che potrà esserci una riduzione anche dopo la fine del tempo sospeso imposto dal coronavirus.

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Il secondo aspetto, invece, rimanda al cambiamento dell’offerta e delle attività proposte dai centri commerciali: anche in questo le opinioni non sembrano ancora consolidarsi e riflettono forse i desiderata dei singoli. Mentre il 33% delle persone intervistate – soprattutto i Baby Boomers e la Generazione Z – ritengono che le conseguenze della crisi determineranno cambiamenti nei centri commerciali, il 25% è convinto che l’offerta rimarrà invariata.

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