Natura, tradizione e tecnologia, ecco il dna di Appenino Food Group

Tre fattori fondamentali che hanno un comune denominatore: il rispetto. Lo sottolinea Luigi Dattilo, Amministratore Delegato e fondatore di Appennino Food Group, la società emiliana specializzata nella commercializzazione di tartufi e derivati
Natura, tradizione e tecnologia, ecco il dna di Appenino Food Group

«Andare in cerca di tartufi è sempre stato il mio sogno, fin da bambino». Nelle parole di Luigi Dattilo, bolognese di nascita e calabrese di origine, Amministratore Delegato e fondatore di Appennino Food Group, si intuisce immediatamente che il rapporto con il pregiato fungo sotterraneo è un vero e proprio amore.

«Avevo circa 16 anni quando comprai un cane da tartufi per la cifra, cospicua per allora, di 6,5 milioni di lire – spiega Dattilo –. Avendo già raggiunto l’indipendenza economica (mentre studiavo, lavoravo d’estate presso un distributore di benzina), riuscii a soddisfare il mio più grande sogno». Sono passati oltre trent’anni da quel primo, fatidico evento e nel frattempo Luigi Dattilo ha bruciato le tappe: ora è al timone di una società che, secondo le previsioni, supererà gli 11 milioni di euro di fatturato nel 2019.

LE TAPPE DEL SUCCESSO

«La crescita dell’attività legata ai tartufi è stata graduale e costante – dichiara Dattilo –. La prima tappa importante è datata 1994, quando, viste le sempre più numerose richieste da parte di ristoratori e privati, aprii un magazzino per il deposito e la trasformazione dei tartufi a Borgonuovo di Sasso Marconi. In quegli anni i tartufi freschi potevano essere acquistati solamente al Mercato Ortofrutticolo di Bologna, per cui la mia azienda fu la prima a svolgere questo tipo di attività.»

La seconda tappa fondamentale è datata 1998, quando la società si trasferisce a Monteveglio, in Valsamoggia, dove viene aperto un magazzino di 350 metri quadrati, ampliato qualche anno dopo con l’aggiunta di 220 metri quadrati di superficie. Infine, l’ultimo “balzo”, decisivo: l’apertura della sede attuale, a Savigno, nel 2012. «Una zona strategica per la nostra attività: la Valsamoggia, così come le vicine Valle dell’Idice e Val Zena, sono territori vocati per il tartufo bianco», spiega Luigi Dattilo, che oggi è al timone della società insieme al fratello Angelo (detengono il 95% di quota azionaria), il quale si occupa dell’approvvigionamento della materia prima e della produzione, e a Roberto Fattore (5% di quota azionaria).

da destra Luigi e Angelo Dattilo e Roberto Fattore

NATURA, TRADIZIONE E TECNOLOGIA NEL SEGNO DEL RISPETTO

«Sette anni fa, quando abbiamo aperto la nuova sede, eravamo in 16, ora i nostri dipendenti sono 50». Un numero, quello sottolineato dall’AD di Appennino Food Group, che conferma lo sviluppo nel corso degli ultimi anni, dovuto a tre “pilastri” fondamentali, ovvero natura, tradizione e tecnologia, «il cui comune denominatore è il rispetto, un principio fondamentale, che ha sempre caratterizzato la mia vita nei rapporti interpersonali e sociali. Rispetto anche per la materia prima, nobile, rappresentata dal tartufo, prodotto basico composto al 70% da acqua e che corre il rischio di essere contaminato da svariati elementi che ne possono alterare il gusto o deperirlo. Perciò, un errato percorso di conservazione può modificare il prodotto. E qui subentra la tecnologia, in cui abbiamo investito allo scopo di mantenere naturali i prodotti.»

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