Foodservice keywords: C come Comunicazione

La comunicazione è una variabile fondamentale per veicolare la strategia legata al format di ristorazione. Come? Attraverso storytelling e coinvolgimento attivo del consumatore

La parola “comunicazione” è molto usata, solitamente tutto viene inteso come parte integrante del processo di comunicazione. Quando si fa comunicazione, con particolare riferimento ai format del foodservice, occorre accertarsi a monte di almeno due cose. La prima: il messaggio che si vuole comunicare deve essere legato alla strategia che si intende sviluppare nel tempo per quel format. Definire il messaggio, ovvero “il cosa” è spesso scelta prioritaria rispetto al mezzo stesso o alle modalità che vengono selezionate per diffondere tale messaggio. La seconda: in un contesto come quello del foodservice, la comunicazione si lega molto al tipo di prodotto offerto. Valorizzare gli ingredienti, la lavorazione e raccontare il processo di produzione diventano elementi cruciali. Come veicolare, dunque, al meglio il messaggio strategico e l’attenzione al prodotto?

ATTRAVERSO LO STORYTELLING

Il prodotto, la lavorazione, il contenuto strategico sono spesso legati ad una storia, ad un’emozione. Lo storytelling agevola in questo passaggio: dal prodotto all’emozione, dalla lavorazione degli ingredienti alla storia. Riferimento sono sicuramente i modelli internazionali come, per esempio, la catena di caffè Costa in cui si ribadisce come sia fondamentale “sentirsi bene”, sentirsi a casa. In ogni cartello affisso nei punti vendita si raccontano i processi di produzione del caffè e il rispetto della materia prima. Non a caso molti brand di ristorazione accolgono, ora anche in Italia, i clienti con cartelli appesi alle pareti in cui si racconta come i ristoranti possano offrire un’atmosfera calda, accogliente, ideale per gustare del buon cibo e stare bene con amici e famiglia.

COINVOLGENDO IL CONSUMATORE

In questo processo di comunicazione il consumatore assume un ruolo sempre più attivo, non è solo consumatore ma anche “consum-attore”. Il consumatore è coinvolto sui social a votare le varianti che preferisce per nuove miscele di caffè o nuovi condimenti per la pizza. In format come Briscola, per esempio, si crea una vera propria “confraternita della pizza” fatta da persone che postano su Instagram le foto delle pizze del format che amano di più, hanno un wall a disposizione sul sito ufficiale in cui possono dire la loro, esprimere pareri sul prodotto. Il coinvolgimento sui social permette al consumatore di essere parte integrante del processo. Ecco che allora, per raggiungere tale scopo, la conversazione può spaziare e andare a toccare anche argomenti collaterali alla strategia del format, argomenti che sappiano coinvolgere fin da subito, come l’amore per il cibo o la focalizzazione su un singolo ingrediente.

di Guia Beatrice Pirotti

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