L’evoluzione dell’Off Premise

I servizi dedicati al consumo di cibi e bevande al di fuori della struttura di acquisto, noto in gergo come “off premise” è un territorio vasto e in parte inesplorato, ma che può portare eccellenti ritorni in termini di fatturato e branding

Per chi ancora nutrisse dei dubbi sul perchè l’inglese sia la lingua business per eccellenza, parlando di “off premise” probabilmente si ricrederà. La traduzione italiana, infatti, oltre che essere decisamente più lunga non rende totalmente l’idea di cosa ricada sotto l’ombrello di tale dicitura. Il termine off premise include l’insieme di servizi, tecniche, progetti, iniziative e tecnologie studiate per incentivare e incrementare il consumo di cibi e bevande al di fuori del bar o del ristorante.

Come elaborare e strutturare un’offerta off premise in modo che sia davvero un’arma in più da usare per battere la concorrenza e accrescere il valore del proprio marchio?

Quali sono le iniziative che un ristoratore potrebbe intraprendere in tale direzione? Vediamo qualche esempio.

Delivery

Menzione d’obbligo ma poco da dire su un settore che ha portato indubbiamente una ventata di innovazione per il settore del fuori casa. Basta considerare che, nel 2018 gli investimenti dei venture capitalist nel settore hanno segnato ben 3,5 miliardi di dollari, il triplo di quanto registrato nel 2017, a riprova di come ormai il food delivery sia entrato prepotentemente e sia ormai parte integrante del fuori casa.

Events, catering & banqueting

Il catering & banqueting è da qualche anno un servizio extra offerto anche da alcuni chef stellati come Carlo Cracco, Claudio Sadler e Antonello Colonna, giusto per parlare del top di gamma e per portafogli ampi ovviamente, ma anche da format come Temakinho.

Organizzare e pianificare un evento al meglio richiede tempo e personale dedicato (parlo per esperienza), ma specializzarsi in tale campo offre un ventaglio di opportunità, sia per il B2C ma anche e soprattutto per il B2B, con importanti ricadute in termini di branding, oltre che di fatturato. Un catering per 100 persone ben riuscito può accrescere enormemente, in misura esponenziale la popolarità del ristorante perchè vuol dire 100 potenziali nuovi clienti.

Da menzionare la nascita, lo scorso 15 novembre della ANBC – Associazione Nazionale Banqueting e Catering; una data significativa e un passo importante per il futuro di tale settore in Italia.

Lunch Box

La pausa pranzo: un momento conviviale o di assoluta solitudine, un’occasione utile magari per incontrare un cliente e chiudere un affare o la dolce metà per un breve intermezzo di vita di coppia.

Che sia un panino consumato in fretta davanti al pc, un pezzo di pizza nella frenesia di Gae Aulenti a Milano, un’insalata consumata su una panchina del lungolago di Lugano o un “pani ca meusa” alla Vucciria di Palermo la pausa pranzo dei tempi moderni non può prescindere da tre peculiarità: dev’essere leggera, gustosa e veloce. Quale miglior soluzione quindi di una pratica lunch box, meglio ancora se brandizzata? Insalata o Panino, Bevanda e Dolce, con una scelta “SENZA” per gli intolleranti. Nessun costo di servizio, ampi margini e brand awareness ai massimi livelli, cosa pretendere di più?

Prodotti a marchio proprio

Da qualche anno sugli scaffali dei supermercati, nel settore “salse e condimenti” troneggiano in bella mostra il ketchup e la maionese brandizzati McDonald’s.

Sono quasi due lustri che in Francia, Germania e Svizzera è possibile acquistare il caffè di Starbucks, sia in polvere che in bevanda pronta da bere.

Parliamo ovviamente di due colossi, che possono permettersi lunghi e costosi studi di marketing, branding, placement e packaging ma quella del marchio proprio per la grande distribuzione potrebbe essere un’interessante evoluzione per il mondo della ristorazione.

Vuoi mettere una vaschetta fusion Nippo-Brasiliana di Temakinho al posto delle anonime e francamente inflazionatissime vaschette di sushi in bella vista ormai in tutti i supermercati della penisola?

Riuscite a pensare alle ricadute, in termini di immagine e polemiche, che potrebbe avere il tuorlo “separato, marinato e confezionato da Carlo Cracco”, posizionato tra le scatole di uova allevate a terra e i flaconi di albume pastorizzato?

di Antonio Iannone

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