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L'articolo Ordini dall’automobile? Il nuovo off-premise by Domino’s proviene da Food Service.
]]>Alternativa tecnologica
La catena di pizza a domicilio, tra le prime nel segmento QSR, ha infatti lanciato pochi giorni fa una app iOS su Apple CarPlay che offre ai consumatori la possibilità di ordinare direttamente dalla propria auto. La app consente ai consumatori sia di ripetere un ordine salvato o inviato di recente, così come di essere connesso direttamente in vivavoce con un rappresentante del servizio clienti.
Come si legge su RestaurantDive, nelle intenzioni del format c’è sia quella di differenziarsi dai concorrenti, fornendo un’alternativa alla coda nelle corsie del drive-thru, sia il desiderio di aumentare le vendite dopo una trimestrale che ha deluso gli investitori.
“Domino’s è noto come leader del settore quando si tratta di pizza e tecnologia e ci impegniamo costantemente per continuare a fornire la migliore esperienza ai nostri clienti. Ecco perché abbiamo lanciato l’app di Domino su CarPlay”, ha affermato Christopher Thomas-Moore, senior di Domino vicepresidente – chief digital officer. “Sappiamo quanto può essere frustrante aspettare in coda al drive-thru solo per effettuare un ordine. L’app di Domino su CarPlay è un’ottima alternativa a questo, poiché i clienti hanno ancora la comodità di rimanere nella propria auto e possono effettuare un ordine ovunque si trovino, senza attendere un lungo viaggio in auto. È un altro modo per offrire più facilità e opzioni di ordinazione ai clienti negli Stati Uniti”.
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]]>L'articolo NGR – MyCIA proviene da Food Service.
]]>L’Evoluzione rispecchia ogni esigenza alimentare, sia di gusto sia etiche e mediche.
“Abbiamo un App in grado di riconoscere le caratteristiche alimentari delle persone. Grazie alle tecnologie prese in carico e a realtà italiane, partner, riusciamo a soddisfare ogni esigenza“.
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]]>L'articolo Deliveristo, ecco l’app per l’Horeca proviene da Food Service.
]]>Nato nel 2019 dall’idea di tre giovani imprenditori, Deliveristo è il più grande mercato online dedicato al mondo della ristorazione, che raggruppa eccellenze enogastronomiche da tutta Italia. Oggi sono oltre mille i clienti – in particolare da Milano, Torino, Bologna, Roma e Firenze – con un aumento di fornitori e prodotti in catalogo che nell’ultimo anno ha registrato un +300%, per un totale di oltre 350 aziende e più di 40 mila referenze, dal food al beverage.
Parola d’ordine funzionalità, per la nuova app b2b del brand, a partire dall’iscrizione gratuita e dalla facilità di utilizzo che caratterizza l’interfaccia.Una home dinamica, operazioni d’acquisto immediate, storico ordini, ma anche la possibilità per i ristoratori di creare veri e propri team, aggiungendo i dipendenti al proprio account, per farli intervenire negli acquisti.
E per i proprietari di diversi locali, la possibilità di gestire gli ordini distintamente.“Abbiamo deciso di offrire agli operatori dell’Horeca un servizio aggiuntivo, fruibile e intuitivo, che ne facilitasse il lavoro, continuando a garantire un sistema tecnologico e innovativo, da oggi ancora più pratico”, raccontano i fondatori Ivan Aimo, Luca Calia e Gabriele Angeleri.
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]]>L'articolo Con MyCIA l’app che aiuta a trovare il locale ideale proviene da Food Service.
]]>La nuova MyCIA, disponibile via web e via app, ha subito un profondo restyling dell’interfaccia utente: nuovi algoritmi più performanti e l’utilizzo delle migliori tecnologie con una usabilità semplificata ed efficace sono in grado di garantire una user experience
rinnovata. Percorsi semplificati e filtri intelligenti consentono all’utente di trovare immediatamente il posto giusto per lui in base a cosa desidera mangiare, ma anche bere, in tutte le città e province d’Italia.
A portata di clic ci sono infatti 8 mila menu dei principali locali italiani. Ristoranti stellati, pizzerie, sushi bar, ristoranti all’interno dei principali hotel italiani, osterie, birrerie e bar: i consumatori possono prenotare un tavolo, dovunque si trovino, chiedendo al sito o alla app di presentare tutte le insegne, nel raggio di pochi chilometri, che offrono il piatto preferito.
Il valore aggiunto di MyCIA sta nel filtrare ingredienti e allergeni aiutando i clienti a centrare il bersaglio. “Sono in netta crescita le intolleranze alimentari, come dicono tutti i più recenti studi e come conferma anche l’analisi dei nostri dati”, commenta Nico Donati, direttore scientifico del Centro studi di MyCIA. “Il 48,7% dei nostri utenti ha esplicitato un’esigenza specifica alimentare legata alla salute, il 12% una vera e propria allergia e due terzi invece esprimono una non preferenza a tavola. Uno strumento come il nostro ascolta queste voci, aiutando i ristoratori a comprendere i trend e ad essere sempre più attento all’evoluzione dei consumi. Ma soprattutto tutelando sia il cliente sia il ristoratore nel creare l’incrocio perfetto tra esigenze e offerta ed evitando ogni possibile scelta a rischio”.
Ogni menu è filtrabile per esigenze alimentari e per valori nutrizionali. Basta completare la Carta d’identità alimentare per ottenere un profilo che consenta di visualizzare solo le insegne, i bar e i locali in linea con i propri gusti o con le proprie intolleranze o regime alimentare.
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]]>L'articolo MyGreenPass, ecco l’app per semplificare gli accessi proviene da Food Service.
]]>Sì, perché una delle principali preoccupazioni degli operatori è quella di evitare disagi alla clientela e rendere il più possibile snelli i controlli da parte del personale. Nasce così MyGreenPass, applicazione sviluppata da iPratico per andare incontro alle nuove esigenze di sicurezza dei clienti e operative dei gestori.
Tramite un’unica app scaricabile dall’AppStore di Apple, sarà possibile scansionare la certificazione verde Covid-19 o Green Pass e conservare un registro aggiornato degli ingressi per 14 giorni a disposizione delle autorità competenti.
Gli operatori possono utilizzare MyGreenPass con diverse modalità a seconda delle caratteristiche dei locali, delle attività svolte e dei flussi attesi.
Self Chech-In: le attività con grandi flussi possono posizionare all’ingresso appositi totem dove i clienti potranno scansionare in autonomia il Green Pass, l’iPad del totem visualizzerà la validità del certificato, in caso negativo invece emetterà un segnale acustico per richiamare l’attenzione del personale addetto (opzionale).
Chech-In con operatore: i Green Pass vengono scansionati dal personale addetto attraverso la fotocamera dell’iPad che acquisisce nome, cognome e data di nascita del cliente completandoli con un recapito telefonico o un indirizzo mail, a questo punto firmando direttamente sullo schermo del tablet il consenso al trattamento dei dati personali questi saranno disponibili per 14 giorni in caso di richiesta delle autorità competenti.
Pre registrazione: per snellire le attività di registrazione e raccolta del consenso al trattamento dei dati personali è possibile esporre agli ingressi apposite vetrofanie, banner o totem personalizzati inquadrando i quali i clienti potranno pre registrarsi direttamente con i loro smartphone ed evitare così file ed inutili attese.
Pre registrazione on-line: la pre registrazione può essere fatta dai clienti anche comodamente da casa o ufficio prima di recarsi all’ingresso, in questo modo il Link o Qr code per la pre registrazione può essere pubblicato sui social network, sul sito internet e diventare così un eccezionale strumento di comunicazione e marketing.
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]]>L'articolo MyABi, l’app per i migliori locali ideata da AB InBev proviene da Food Service.
]]>MyABI è un progetto focalizzato sul marchio di eccellenza di AB InBev Corona Extra e dedicato esclusivamente al canale Horeca. Lo scopo è premiare chi effettua acquisti ricorrenti e raggiunge determinati livelli di spesa o di consumo. Contemporaneamente, MyABI vuole anche essere un nuovo e valido canale di informazione: i clienti infatti saranno costantemente aggiornati sui trend di mercato e abitudini dei consumatori.
Accedere al programma di MyABI è molto intuitivo: basta scaricare l’app – disponibile gratuitamente per iOS e Android negli store online – registrarsi e aderire al programma nella sezione dedicata. Una volta registrati, raccogliere i punti è facilissimo, attraverso tre semplici modalità. L’operazione principale sarà quella di scannerizzare, tramite ovviamente l’applicazione MyABI, il QR code univoco presente su ogni cartone di birra Corona Extra. Si potranno poi ottenere altri punti grazie al codice promo indicato dal proprio commerciale di riferimento oppure partecipando alla sfida mensile basata sulla visibilità data a Corona nel locale.
Durante il corso dell’anno, tutti coloro che si saranno registrati al programma MyABI potranno accedere al catalogo esclusivo e usufruire dei premi scelti, naturalmente diversi in base al punteggio accumulato. Saranno a disposizione premi esclusivi Corona, premi digitali con buoni e coupon, ma anche premi selezionati con partner prestigiosi, come ad esempio Bluserena con i suoi 12 resorts. Ogni locale potrà utilizzare il saldo punti relativo alla raccolta 2021, entro il 20 gennaio 2022.
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]]>L'articolo Rossopomodoro annuncia una nuova partnership con Payback proviene da Food Service.
]]>Al di là del particolare contesto storico, la collaborazione assume ancor più valore se si considera che il format è il primo partner del food retail ad entrare nel network della piattaforma di Payback, che già include, tra gli altri, Carrefour, oltre agli e-commerce di Nespresso e Tannico.
In virtù di tale accordo, che conferma l’orientamento del format a guardare al digitale come asset strategico, i clienti di Rossopomodoro titolari della carta Payback, potranno accumulare punti da convertire poi in coupon, buoni sconti e regali.
Roberto Colombo, amministratore delegato Rossopomodoro, ha commentato: “Viviamo un periodo di grosse novità: la prima è l’apertura degli spazi esterni dei nostri ristoranti in Italia, mettendo a disposizione oltre 700 posti in grado di ospitare i nostri clienti in totale sicurezza e la seconda è il lancio della partnership con Payback per offrire ancora più vantaggi ai nostri clienti, facendoli entrare in un circuito di brand importanti, tra cui Rossopomodoro che rappresenta il mondo del food”.
Luca Leoni, CEO di Payback Italia, ha commentato: ”Siamo molto orgogliosi dell’ingresso di Rossopomodoro nella nostra coalizione come primo partner del settore della ristorazione, industry molto apprezzata dalla nostra clientela. Siamo certi che la fiducia che Rossopomodoro ha riposto in noi sarà più che ripagata dal grande impulso allo sviluppo del business derivante dall’acquisizione di nuovi clienti e dall’aumento di frequenza dei clienti già fedeli. Contiamo infine di far leva sulla recente spinta al digitale per creare una forte integrazione tra la nostra app, con più di 2 milioni di download, lo shop online Payback con oltre 250 partner e i servizi di home delivery e click&collect di Rossopomodoro”.
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]]>L'articolo Vending, boom di innovazioni nell’anno del Covid proviene da Food Service.
]]>App contactless, chiavette intelligenti, sistemi di igienizzazione dei distributori automatici con l’irradiazione di raggi ultravioletti: tante le innovazioni adottate per fronteggiare una situazione mai vista prima e che ha rischiato di compromettere seriamente la stabilità del settore.
In questo anno, tra le altre cose, le aziende del vending sono state in grado di sviluppare app per scegliere e pagare i prodotti dal distributore automatico in maniera completamente “contactless”, sollo tramite il proprio smartphone. Alcune sono state ideate direttamente dai costruttori delle macchine, come ad esempio Bianchi Industry, Evoca Group, Fas. Ma anche la tradizionale “chiavetta del caffè” si è evoluta: Coges, infatti, ha lanciato sul mercato una chiavetta che si connette al web e consente di gestire il credito, inviare feedback su prodotti, sulla macchina o sul servizio; mentre QSave Elkey ha ideato un sistema che genera un QR code leggibile dagli smartphone tramite cui autorizzare il pagamento.
Per chi invece è affezionato al tradizionale pagamento in contanti, CPI ha sviluppato un sistema che promette velocità e sicurezza e, per i pagamenti cashless, una soluzione con un grande touchscreen e un’interfaccia utente personalizzabile. L’app di Venpay si collega al distributore rendendolo “online” e permettendo di pagare con carta di credito o con un e-wallet oppure, se il distributore ha uno schermo touch interattivo, è possibile installare il “gatewaymanager” BiTX e abilitare così la macchina alla telemetria e pagamenti cashless. Sempre Coges, infine, ha proposto un lettore di carte di credito per vending machine che consente di ottenere il cashback di Stato anche sui distributori automatici.
Con l’igienizzazione diventata via via un processo ineludibile, poi, i fabbricanti di tecnologie per il vending, come ad esempio Bianchi Industry e Magex, stanno integrando ai distributori automatici sistemi che proteggono da virus e batteri come le lampade a raggi UV-C che consentono di sanificare nelle macchine del caffè il vano di prelievo dei bicchieri ad ogni erogazione. La stessa tecnologia con l’irraggiamento di raggi ultravioletti che è proposta anche da BWT ed è utilizzata per disinfettare e debatterizzare l’acqua dei nuovi “distributori automatici d’acqua”: connessi alla rete idrica, prodotti da Bianchi Industry, GPE Vendors e Manea Vending.
“Nel comparto della distribuzione automatica “, ha spiegato Massimo Trapletti, presidente di Confida, Associazione italiana distribuzione automatica, “l’Italia è leader a livello europeo con oltre 820 mila vending machine installate in aziende, uffici pubblici, scuole, università, aeroporti e stazioni, seguita dalla Francia e dalla Germania rispettivamente con 611 mila e con 593 mila distributori automatici. Questa leadership italiana nasce dal fatto che le tecnologie delle vending machine sono in prevalenza italiane ed esportate in tutto il mondo. L’epidemia da Covd-19 ha colpito duramente anche il settore della distribuzione automatica: le vendite di prodotti alimentari tramite distributori automatici hanno toccato punte del -60%. Tuttavia la stessa crisi, evidenziando nuove esigenze, ha stimolato anche lo sviluppo di nuove tecnologie”.
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]]>L'articolo C’è un’app per scovare il vero Made in Italy all’estero proviene da Food Service.
]]>PIÙ DI DUE PRODOTTI ITALIANI SU TRE SONO FAKE
Uno strumento di grande utilità se si pensa che il falso Made in Italy agroalimentare è aumentato del 70% su scala globale nel corso degli ultimi 10 anni . Più di due prodotti italiani su tre venduti all’estero sono fake e otto nostri connazionali su 10 pensano che sia necessaria una certificazione che si occupi di tutela del Made in Italy nel campo della ristorazione.
APPLICAZIONE STUDIATA DA ASACERT
L’applicazione è stata studiata da Asacert, organismo di certificazione e ispezione accreditato Accredia, Ukas ed Eiac, notificato alla Comunità europea e abilitato dai ministeri dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti e delle Attività produttive. “Con il progetto Ita0039 e con la nuova app” – ha spiegato Fabrizio Capaccioli, amministratore delegato di Asacert – “non vogliamo creare una black list dei ristoranti non in linea con gli standard di salubrità dei genuini prodotti realmente italiani, ma mettere in evidenza coloro che rispettano criteri di approvvigionamento e veridicità dei beni Made in Italy, che dicono di utilizzare“.
“Tuttavia”, ha aggiunto, “non potremo mai rilasciare una certificazione Ita0039 | 100% Italian Taste se i nostri ispettori dovessero trovare nelle cucine un prodotto Italian sounding. Uno dei principali obiettivi della certificazione è valorizzare il vero prodotto italiano, attraverso la confluenza di due mercati, quello della produzione agroalimentare anche piccola e quello della ristorazione all’estero, con evidenti benefici in termini di trasparenza nei confronti dei consumatori“.
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]]>L'articolo Innovative payments: l’esperienza di Satispay proviene da Food Service.
]]>Il barista o il ristoratore si registra sul sito, carica i documenti richiesti, quindi dopo le nostre verifiche crea il suo account business e può geolocalizzare e creare il proprio negozio e renderlo visibile sull’App (se necessario la creazione viene guidata dal team Satispay). Una volta completati questi step gli viene consegnato un “kit marketing” con materiale Pop. “Forniamo vetrofanie, adesivi da esporre in cassa e card del valore di 5 euro da omaggiare ai clienti che potranno spendere con Satispay anche presso il locale. Possiamo integrare Satispay nel sistema di cassa, in modo che una volta accettato il pagamento lo scontrino venga emesso automaticamente”.
“Basta scaricare l’App e inserire i propri dati – continua Allara – collegando il proprio conto corrente. Viene stabilito il budget settimanale che può essere speso e, al termine di ogni settimana, l’App si ricarica del solo importo speso. Per pagare basta digitare l’importo e inviare il pagamento: l’esercente riceve la richiesta e l’accetta o la rifiuta”. In alcuni casi è necessario inquadrare il QR Code posto in cassa, in altri si sfrutta la geolocalizzazione per identificare il negozio o locale dove si sta acquistando. “Per il vending – prosegue Allara – sfruttiamo QR Code dinamici che contengono anche l’importo da pagare”.
Con Satispay si può anche fare marketing. “Ci definiamo facilitatori di comunicazione” commenta Andrea Allara. L’utente, infatti, all’interno dell’App, ha a disposizione una lista di punti vendita geolocalizzati da filtrare, per esempio, per categoria merceologica, per servizi offerti (es. delivery) o, ancora, per chi offre promozioni cashback. “Le campagne cashback sono in grado di fare la differenza – conclude Allara – in quanto molto efficaci e targettizzate. Qualche esempio? Old Wild West a Milano ha proposto uno sconto del 20% sul primo pagamento per i nuovi clienti, targettizzando la campagna su consumatori abituali di hamburger che non erano mai stati in un punto vendita dell’insegna. Grom ha ideato una campagna dove offriva un cashback cumulativo del 2%, mentre la catena Caffè Napoli offriva il primo caffè pagato con Satispay”.
L'articolo Innovative payments: l’esperienza di Satispay proviene da Food Service.
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