USA, scattano i dazi al 20%

Dopo l’annuncio del Presidente Donald Trump la Ue dichiara contromisure europee, ma si dice “pronta a negoziare": pesanti i risvolti per il food service
USA, scattano i dazi al 20%

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato ieri sera l’atteso annuncio sui dazi commerciali, che d’ora in poi colpiranno più di 100 paesi e riguarderanno tutte le merci importate negli Stati Uniti. L’Unione Europea, e di conseguenza l’Italia, subirà dazi del 20 per cento. I dazi base del 10 per cento verso tutti i paesi dovrebbero entrare in vigore il 5 aprile, mentre quelli aggiuntivi entreranno in vigore il 9.

La Commissione Europea ha risposto annunciando “ulteriori contromisure commerciali”. La Presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen ha comunque ribadito di essere “pronta a negoziare” con gli Stati Uniti allo scopo di evitare “immense conseguenze” all’economia globale. “L’annuncio del Presidente Trump di dazi universali su tutto il mondo, compresa l’Unione Europea, è un duro colpo per l’economia mondiale”, ha spiegato Von der Leyen. A questo proposito, ha aggiunto che l’Ue seguirà “con attenzione anche gli effetti indiretti che questi dazi potrebbero avere, perché non possiamo assorbire la sovra-capacità globale né accettare il dumping sul nostro mercato”. La Commissione Europea si aspetta un rialzo dell’inflazione, e prezzi più elevati nei settori più disparati: dalla sanità ai trasporti.

Coldiretti: il costo dei dazi per i consumatori americani

Il dazio al 20% su tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy porterà ad un rincaro da 1,6 miliardi per i consumatori americani, con un calo delle vendite che danneggerà le imprese italiane, oltre a incrementare il fenomeno dell’Italian sounding. È questa la stima di Coldiretti, convinta che al calo delle vendite vada aggiunto “il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. Occorre ora lavorare a una soluzione diplomatica che venga portata avanti in sede europea”.

L’altro fattore che preoccupa è il pericolo – continua Coldiretti – di perdere quote di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati, favorendo la concorrenza da parte di altri paesi colpiti in maniera meno pesante dai dazi. “Questa deve anche essere l’occasione per l’Europa, che deve rimanere unita più che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi: a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse”, sottolinea il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini. “Burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. Ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche, per investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore”.

Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia – aggiunge il Segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo –. L’Italia e l’Europa devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti”.

Federdistribuzione: “Serve una visione unitaria””

“In un contesto già caratterizzato dal debole andamento dei consumi, cresce il clima di
incertezza per gli effetti del complesso scenario geopolitico, anche a causa della nuova
politica statunitense sui dazi che colpisce tante produzioni europee e molte economie
mondiali
– si legge in una nota diffusa da Federdistribuzione, l’associazione che riunisce e rappresenta le aziende della Distribuzione Moderna –. I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di febbraio evidenziano a livello tendenziale un calo a valore del -1,5% e a volume del -2,5%. A questa situazione si aggiunge un sensibile peggioramento del clima di fiducia, registrato a marzo, sia da parte dei consumatori che delle imprese. Un quadro che desta preoccupazione per i potenziali effetti sul sistema produttivo italiano, in particolare per la filiera agroalimentare per cui l’export riveste un ruolo fondamentale, e che getta ombre sulle prospettive di una possibile ripresa dei consumi. In questa fase complessa, è fondamentale rispondere alle sfide attuali mantenendo una visione unitaria europea, con l’obiettivo di sostenere le nostre filiere produttive e il potere d’acquisto dei cittadini”.

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