Ristorazione e bar, l’inflazione continua a scendere

A settembre cala la spinta inflattiva per il comparto ristorativo rispetto al mese precedente. Bar ben al di sotto della media nazionale, pasticceria e gelateria registrano ancora incrementi lievemente superiori
Ristorazione e bar, l’inflazione continua a scendere

L’inflazione nella ristorazione si riporta al disotto di quella generale: è quanto emerge dall’ultima nota informativa del Centro Studi di Fipe – Confcommercio, sulla base dei dati di settembre diffusi dall’Istat. Nel dettaglio, la flessione della filiera indica un +5,1% rispetto al +5,8% di agosto, sulla base dello stesso periodo del 2022. Valori simili anche per la ristorazione commerciale, i cui prezzi rallentano dal +5,9% al +5,4%.

La situazione per singolo comparto

Scendendo nel dettaglio degli specifici comparti, i bar restano ben al di sotto della media nazionale, con l’inflazione che rallenta al +4,3% rispetto al +4,7% di agosto. Al contrario, i prodotti di pasticceria e gelateria registrano incrementi ancora sopra la media, anche se lievi (+5,3%).

Fonte: Centro Studi Fipe – Confcommercio su rielaborazione dati Istat, settembre 2023

Restano invece al di sotto dell’inflazione generale i ristoranti tradizionali e le pizzerie, per i quali la variazione rispetto allo stesso periodo del 2022 si attesta al +4,5% e al +5% rispettivamente.

Fonte: Centro Studi Fipe – Confcommercio su rielaborazione dati Istat, settembre 2023

Il trend segue dunque il recupero dei volumi della ristorazione nel 2023, il cui valore in Italia è salito a 75 miliardi di euro, come riportato da un recente studio di Deloitte, ‘Frontiere evolutive per il settore del Foodservice’.

Un dato che, però, non può ancora essere letto con serenità rispetto al tema della marginalità come confermato dallo stesso Centro Studi Fipe – Confcommercio lo scorso giugno. “Ci sono stati aumenti dei costi importanti – aveva sottolineato Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi Fipe – Confcommercio –. E se il carrello della spesa per i consumatori si è caricato di un 10/12%, un impatto simile si è avuto per ristoranti e bar. Poi resta pesante la bolletta energetica, che per quanto calata rispetto ai picchi 2022 è ancora ben al di sopra dei livelli pre-pandemici. Senza contare le difficolta nel reclutamento di personale, che impone alle aziende un impegno maggiore oltre quello previsto dai contratti. Infine molte realtà stanno gestendo l’indebitamento eredità della pandemia e i tassi d’interesse sono in crescita. Tutto questo non fa prevedere grandi risultati in termini di marginalità”.

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