Kebhouze: focus sullo sviluppo ed ebitda in positivo entro il 2025

Tagliato il traguardo del primo anno di attività, la nota insegna di ristorazione fondata dall’imprenditore Gianluca Vacchi guarda al 2025 per portare il business in positivo e pone al centro della propria crescita i grandi centri commerciali e le città primarie
Kebhouze: focus sullo sviluppo ed ebitda in positivo entro il 2025

Altro che rischio fallimento, come paventato da alcune testate giornalistiche più interessate a totalizzare click sfruttando il nome di Gianluca Vacchi che a fare vera informazione. Per Kebhouze, al contrario, barra dritta sullo sviluppo retail e focus sui grandi centri commerciali, perché garantiscono uno scontrino medio e marginalità maggiori, nonché sulle principali città italiane.

In neanche due anni di attività, la nota insegna di ristorazione – che ha nobilitato il prodotto kebab – ha messo a segno 23 aperture, compreso il truck food, per un fatturato che nel 2022 ha superato i 5 milioni di euro. L’obiettivo per il prossimo anno è quello di raddoppiare il giro d’affari, mentre l’intero business dovrebbe virare in positivo entro il 2025.

Un percorso, quello indicato a Foodserviceweb da Oliver Zon, Founder & Project Manager del brand nato a fine 2021, sostenuto anche da una strategia di comunicazione che ha ottenuto numeri da record sulle principali piattaforme social, a partire da Tik Tok, come ampiamente spiegato dallo stesso manager sul numero di luglio & agosto del magazine Food Service.

“Per ogni punto vendita, il break even point lo fissiamo in media dopo tre anni, ma già l’85% degli store sta girando in positivo e, per i locali che hanno completato l’anno, mese su mese vediamo i miglioramenti rispetto al 2022 con crescite anche del 3-4%. E questo ci rende molto fiduciosi per il futuro”.

Ovviamente, precisa Zon, lo sviluppo seguirà le evidenze maturate in questo lasso di tempo: “Abbiamo capito che dobbiamo stare nei centri commerciali importanti e nelle principali città perché garantiscono un flusso costante. In particolare, gli shopping mall ci consentono di avere uno scontrino medio più alto, perché frequentati soprattutto da famiglie, e di marginare meglio perché quasi la totalità dei consumi è fatta in presenza, mentre il delivery in città comporta dei costi che erodono la marginalità”.

Insomma, per quella che a tutti gli effetti è una startup della ristorazione, gli 1,3 milioni di euro di rosso nel bilancio 2022 non rappresentano una criticità. Ma, al contrario, sono letti dal co-founder di Kebhouze come un dato fisiologico in una fase di forte crescita e in contesto, ricorda il manager, che tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 è stato fortemente inficiato dalle restrizioni anti-Covid.

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