Fipe, 50 mila posti a rischio senza proroga alla cassa Covid

L'allarme lanciato con Aigram per le possibili ripercussioni sul settore dei pubblici esercizi. Chieste altre 13 settimane di ammortizzatori
Fipe, 50 mila posti a rischio senza proroga alla cassa Covid

Rischia di profilarsi all’orizzonte una nuova emorragia di posti di lavoro per il settore dei pubblici esercizi. È l’inquietante scenario dipinto dalla Fipe, qualora non dovesse essere essere prorogata la cassa Covid nei prossimi mesi, con possibili ripercussioni per 50 mila posti di lavoro.

Se il governo non interverrà con una proroga degli ammortizzatori si rischiano pesanti conseguenze, è l’allarme lanciato dalla Federazione italiana dei pubblici esercizi insieme alla sua associata Aigrim – Associazione delle imprese di grande ristorazione e servizi multilocalizzate.

La cassa integrazione Covid, scaduta lo scorso 31 dicembre, se non prorogata minaccia seriamente tenuta occupazionale del settore, a fronte del perdurare delle difficili condizioni sanitarie causate dalla pandemia. Migliaia di posti di lavoro a rischio, dunque, e un’ulteriore dispersione delle competenze presenti nel comparto, già messo a durissima prova da due anni di pandemia. 

CHIESTE ULTERIORI 13 SETTIMANE

La richiesta di ulteriori 13 settimane di cassa Covid riguarda soprattutto quelle attività che più di altre stanno subendo le conseguenze delle limitazioni e dall’incertezza creata dal risalire della curva dei contagi.

In particolare, i pubblici esercizi presenti nelle città d’arte, colpiti dalla mancanza di turismo internazionale, le attività di catering e banqueting, legate a cerimonie ed eventi, alla ristorazione collettiva, penalizzata anche dal massiccio ricorso allo smart working. E quella commerciale, svolta soprattutto lungo gli accessi turistici del Paese: aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio autostradali.

SOFFRE LA RISTORAZIONE IN VIAGGIO

Le catene della ristorazione in viaggio” – spiega Cristian Biasoni, presidente di Aigrim – “in particolare nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, stanno soffrendo la recrudescenza della pandemia. Così come la ristorazione che beneficiava ampiamente dei flussi turistici. Inoltre, per la ripartenza dello smart working, anche i normali flussi dei pendolari si stanno riducendo notevolmente”.

Fipe Stoppani

“La Fipe” – conclude il presidente Lino Enrico Stoppani“chiede queste misure urgenti per evitare dolorose iniziative di legittima difesa che porterebbero a licenziamenti e a drastiche riduzioni di posti di lavoro, con gli annessi problemi sociali e le prospettive per un settore strategico per l’economia del Paese. È indispensabile, invece, preservare le competenze professionali del settore per consentire la ripresa delle attività in sicurezza quando questa fase critica sarà superata”.

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