Campari verso l’acquisizione dello champagne Lallier

La società è in trattative per acquisire l'etichetta centenaria Lallier e rafforzarsi ancor di più in Francia, dove la sua presenza è in crescita costante
Campari verso l’acquisizione dello champagne Lallier

Crescere sul mercato francese, che pesa ancora poco sul totale del gruppo e rafforzarsi nelle bollicine entrando in un segmento non ancora battuto, quello dello champagne premium che si somma i marchi italiani già in portafoglio (Mondoro, Riccadonna, Cinzano). Con questa proposizione la milanese Campari ha annunciato di aver stretto le trattative “esclusive” con la Ficoma, holding di famiglia dell’impreditore Francis Tribaut, per acquisire l’80% di Champagne Lallier e di altre società che afferiscono a questo marchio francese fondato nel 1906 ad Ay, nel dipartimento della Marna.

Nel gergo di Campari ciò vuol dire che a breve ci sarà l’annuncio della chiusura dell’accordo, non prima di aver definito tutti i dettagli legali che sorreggono la transazione. A quel punto si saprà anche il prezzo pagato per gli asset, che comprendono oltre ai marchi anche i relativi stock di liquido, le proprietà immobiliari (inclusi vigneti di proprietà e gestiti) e gli impianti produttivi da cui escono un milione di bottiglie l’anno (di cui 700 mila con etichetta Lallier). Nell’accordo finirà anche un’opzione cosiddetta “put” a favore del venditore sul 20% delle azioni che per il momento resterà in mano a Ficoma ma che nel “medio termine” è destinato a entrare nella proprietà di Campari.

UN’OPERAZIONE “SCACCIA COVID 19”

Le trattative per acquisire Lallier, prodotto in una località contrassegnata come “Grand cru” e venduto principalmente in punti vendita on-premise (locali al pubblico) ed enoteche, come ricorda la stessa società italiana, si stanno chiudendo in un momento nel quale Campari attraversa una “tempesta perfetta” causata dalla pandemia di Covid – 19 che ha costretto alla chiusura bar, pub, ristoranti e quant’altro in tutto il mondo occidentale e non solo. Una situazione di totale incertezza per chi, come il gruppo della famiglia Garavoglia, deve la gran parte delle proprie vendite proprio al canale dei pubblici esercizi.

Questa situazione non ha fermato, però, le strategie di crescita che proseguono grazie anche al favore delle banche verso la società. Proprio a metà aprile, infatti, Campari ha ottenuto una linea di credito da 750 milioni di euro da un pool di banche che comprende Intesa Sanpaolo, Credit Agricole, Bnl e la sua controllante Bnp Paribas, Unicredit. Questa liquidità serve a sorreggere il gruppo proprio in questo momento e attutire gli scossoni.

LE AMBIZIONI FRANCESI

Campari sta decisamente accelerando in Francia, il Paese dove sono concentrati gli sforzi di crescita in questo momento. La decisione di acquisire, a fine 2019, il distributore Baron Philippe de Rothschild France Distribution per 60 milioni di euro ha segnalato la volontà di cambiare passo, passando a una distribuzione diretta della propria gamma in un mercato che a fine 2019 pesava il 2,2% delle vendite di gruppo (Italia 19,9% e Germania 9,4%) ma dove le ambizioni sono decisamente più importanti. Sempre nel 2019 la società aveva acquisito la società dei brand di rum premium Trois Rivières e Maison La Mauny, prodotti in Martinica ma che trovano il grosso del proprio mercato Oltralpe. Qualche anno fa, si ricorderà, era stato il momento di Gran Marnier, uno dei liquori storici francesi le cui vendite si concentrano, però, negli Stati Uniti.

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