Foodservice Keywords: H come Healthy

Dalle start-up ai format della ristorazione, passando per la plant based meat, sono in molti coloro che investono nella direzione healthy. Con il supporto della tecnologia e di un pizzico di inventiva
Foodservice Keywords: H come Healthy

Lo dichiara Luoi Blake, fondatore di Kalifornia Kitchen, indirizzo della ristorazione vegana di Londra: “Healthy is sexy”.  Il fenomeno si avverte con forza anche da noi. Il grado di attenzione con cui gli italiani scelgono gli alimenti e le bevande da consumare e con cui valutano gli ingredienti nei cibi che consumano è sempre più alto, privilegiando soluzioni che si orientano al concetto di benessere.

Per alcuni si guarda ancora con diffidenza, ma la plant based meat, ovvero la realizzazione di prodotti molto simili per gusto e aspetto ai preparati di carne animale, ma che si avvale di materie prime completamente vegetali, lo dimostra. Di recente, Burger King ha presentato il Rebel Whopper, il burger di origine vegetale disponibile in oltre 25 paesi europei, Italia compresa. A giugno scorso, Foorban ha annunciato la sua partnership con Beyond Meat, mettendo in vendita nella propria cucina online un hamburger speciale, realizzato con carne 100% plant based e ottenendo un grande successo.

L’ORIENTAMENTO AL BENESSERE

L’orientamento al benessere passa soprattutto attraverso cambiamenti nei comparti dell’allevamento e dell’agricoltura e attraverso l’uso della tecnologia. L’agricoltura si lega sempre di più alla produzione di cibo sano, a materie prime ed energia rinnovabili, al rispetto dei terreni e allo sviluppo della biodiversità. Se non si inizia dal principio della filiera, non si è in grado di mantenere le promesse fatte al consumatore di un prodotto sano, salutare, buono. Si produce e si mangia per stare bene e la tecnologia agevola in questo processo. La sostenibilità, il biologico, il chilometro zero non si contrappongono alla tecnologia, anzi. Le due cose possono e devono andare di pari passo. La soluzione è attuare un’agricoltura che rispetti i principi tradizionali, ma governata dalla tecnologia.

LE STARTUP DELL’AGRITECH

Da questo punto di vista si assiste ad una proliferazione di start-up che investono in tecnologia e nella direzione healthy. Ecco perché ci sono realtà come The Algae Factory. Nata da un’idea di tre ragazzi italiani, si propone di combattere la malnutrizione attraverso le alghe, ingrediente ricco di sostanze nutritive. L’azienda, infatti, si occupa della produzione e commercializzazione di prodotti a base di spirulina, un cianobatterio con alto contenuto di proteine, sali minerali e altri importanti elementi, e riesce a proporre sul mercato alimenti di ogni tipo che la contengono quali, per esempio, pane per hamburger o tavolette di cioccolato bio. A fine giugno Solo Crudo, startup della ristorazione vegana e crudista che propone una cucina altamente salutare grazie a metodi di cottura innovativi, ha invece raccolto 200.000 € dal Club degli Investitori con l’obiettivo di aprire a Milano, dopo aver consolidato la propria presenza su Roma.

I NUOVI FORMAT RISTORATIVI

Abbiamo poi molti format di ristorazione che si muovono nella direzione healthy. Tra gli altri, se il Macha Café, con le sue influenze giapponesi, realizza piatti rigorosamente green, That’s Vapore si dedica alle preparazioni con la cottura a vapore, Pokeria by Nima punta sul mix salutare, esotico, veloce con grande attenzione alla sostenibilità.

di Guia Beatrice Pirotti

© Riproduzione riservata