Green Station: ultima fermata del benessere

Pedon esordisce nella ristorazione con Green Station a Milano, locale diurno con menù a base di ingredienti vegetali; per chi cerca piatti sani e saporiti

Lo scaffale rimane il core business, ma è giunto il momento di diversificare i ricavi e guardare anche al di fuori dei supermercati. Là dove c’è tutto un mondo di appassionati che desidera alimentarsi a colazione, pranzo o nel tardo pomeriggio, con un pasto leggero, sano, a base di cereali, legumi e semi. E non sarebbero pochi: quattro su dieci, come indica una ricerca del Gruppo Pedon. E quindi per queste ragioni la realtà veneta, dopo circa un anno e mezzo di discussioni e riunione di lavoro, ha concretizzato l’apertura, a maggio 2017, del suo primo ristorante milanese chiamato Green Station.

PROSSIMA FERMATA: GREEN STATION

Il locale, aperto fino alle 20.30, è suddiviso su due piani, ha una sessantina di posti a sedere, un menu che cambia settimanalmente con una decina di nuovi piatti che prendono il posto di quelli precedenti, realizzati dalla coppia di chef composta da Antonio Marangi che ha, fin dall’inizio del progetto, lavorato insieme a Enrico Colpo, il cuoco ufficiale di casa Pedon. Da Green Station le materie prime sono accumunate dall’elemento antiossidante, nutrizionale e provengono da diverse coltivazioni, dando luogo a un vero giro del mondo all’insegna del benessere alimentare: dalla quinoa peruviana che non contiene glutine ai semi di chia prodotti in Europa dell’Est e ricchi di proprietà che combattono l’invecchiamento della pelle, passando dai cannellini argentini in grado di ridurre il colesterolo e dai ceci pugliesi da assumere a difesa del cuore, fino all’orzo coltivato nel Viterbese ricco di fibre e il farro a sua volta raccolto nell’area marchigiana e provvisto di vitamina B e sali minerali.

PEDON NEL CUORE DI MILANO

Il ristorante targato Pedon ha scelto Milano dopo la grande eurforia legata all’Expo, aprendo i battenti in una zona della città particolarmente rinominata e con un forte food appeal, vale a dire Via Spadari, a due passi dal Duomo e arricchita dalla presenza di veri e propri luoghi di culto per il palato: dalla gastronomia & Co di alta gamma firmata Peck al pesce sempre fresco della Pescheria Spadari, fino alla frutta secca selezionata e di qualità di Noberasco. Vicini di casa che non impauriscono gli artefici di Green Station. “Siamo consapevoli di avere scelto una zona nevralgica, animata da attori di primissimo piano del mondo food, ma non riteniamo di sovrapporci a loro in quanto ci consideriamo un ristorante vegetariano e, nel suo genere, assolutamente nuovo per quest’area della città”, commenta Loris Pedon, direttore generale del Gruppo Pedon, che fornisce altre indicazioni legate al target di riferimento del ristorante. “Nonostante il consumatore maschile sia sempre più attento all’alimentazione equilibrata – sostiene –, da Green Station ci aspettiamo un pubblico in maggioranza femminile perché la donna è ancora oggi opinion leader in tema di benessere fisico. Inoltre, pur considerandoci locale vegetariano o vegano, al tempo stesso ci siamo prefissi di attrarre una clientela che desidera variegare la sua alimentazione quotidiana, aprendosi a una tipologia di cibo sana e genuina”.

CRESCERE NEL FUORI CASA

Ovviamente se questo processo di conversione avrà effettivamente luogo, il ristorante amplierà la sua clientela, ottenendo benefici sia in termini di visibilità che, soprattutto, a livello economico. I responsabili del progetto prevedono, nei primi dodici mesi di attività, di generare attraverso il ristorante un fatturato di circa 750 mila euro, che si andrà a sommare a un giro di affari totale del gruppo con sede a Molvena (Vi) che, nel 2016, ha superato la soglia dei 100 milioni di euro, di cui un quarto registrato al di fuori dei confini nazionali.

 

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