Russia: anche Starbucks vende i propri locali

La catena di caffetterie ha annunciato la vendita dei suoi 130 punti vendita in Russia, senza immediate conseguenze per i lavoratori
Russia: anche Starbucks vende i propri locali

L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, si sta rivelando un vulnus anche all’immagine e alla reputazione di diversi brand della ristorazione commerciale.
Dopo McDonald’s infatti, anche Starbucks ha ufficializzato la vendita dei suoi 130 locali sul territorio russo.

LETTERA APERTA

L’annuncio è arrivato tramite una lettera aperta del CEO uscente Kevin Johnson a tutti i partner russi. Partner, come ho comunicato venerdì, condanniamo gli orribili attacchi contro l’Ucraina da parte della Russia e il nostro pensiero va a tutte le persone colpite. Continuiamo a guardare lo svolgersi dei tragici eventi e, oggi, abbiamo deciso di sospendere tutte le attività commerciali in Russia, inclusa la spedizione di tutti i prodotti Starbucks. Il nostro partner autorizzato ha accettato di sospendere immediatamente le operazioni del negozio e fornirà supporto ai quasi 2.000 partner in Russia che dipendono da Starbucks per il loro sostentamento. Attraverso questa situazione dinamica, continueremo a prendere decisioni fedeli alla nostra missione e ai nostri valori e a comunicare con trasparenza. Grazie per la cura e la preoccupazione che condividi con me e i tuoi leader. Come sempre, sono estremamente orgoglioso di essere il tuo partner”.

I NUMERI

Dopo 15 anni, si chiude quindi il rapporto di Starbucks con la Russia. L’azienda ha dichiarato che pagherà tutti i dipendenti per i prossimi sei mesi, aiutandoli nella ricerca di un nuovo impiego.

Il portale Restaurantdive fa notare come l’uscita di Starbucks non dovrebbe essere tanto dolorosa come quella di McDonald’s, considerando che le vendite nel paese corrispondono a circa l’1% del fatturato totale. Il portale ipotizza a breve ulteriori uscite dalla Russia per altri importanti marchi internazionali.

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