Whisky italiani, nasce il Segretario di Stato firmato Poli

Dalla distilleria veneta una dedica al conterraneo monsignor Parolin, ai vertici delle gerarchie vaticane. Poli segue la trentina Puni, ma anche Strada Ferrata e Silvio Carta stanno affinando
Whisky italiani, nasce il Segretario di Stato firmato Poli

L’innovazione non si ferma in casa Poli. La distilleria veneta che dal 1898 ha segnato la storia della grappa italiana, contribuendo ad innalzarne il valore come prodotto e come posizionamento sul mercato, dopo aver affrontato con successo l’universo gin con due ottime referenze – il Marconi 46 e il Marconi 42 – gioca la carta whisky. E lo fa con grande attenzione per questo spirito “eminente”.

Il Segretario di Stato nasce (e deriva il proprio nome) come una dedica a monsignor Parolin, illustre cittadino del borgo vicentino di Schiavon, nominato ai vertici delle gerarchie vaticane e rivela un’anima veneta e contemporanea.

Si tratta di un whisky di puro malto (francese) affinato in botti di Amarone: “uno spirito internazionale con un’anima veneta, proprio come il Segretario di Stato vaticano”, chiosano dalla distilleria.

UNA NUOVA SFIDA

Ci eravamo già messi alla prova con Marconi 46, il primo Distilled Gin Italiano” – rimarca Jacopo Poli, titolare con i fratelli delle storiche distillerie – “una sfida che ci aveva spalancato nuovi orizzonti produttivi. Abbiamo compreso che grappa, gin e whisky sono frutto di un contesto antropologico differente, ma che tuttavia c’è un aspetto che li accomuna: un alambicco che, nelle mani giuste, stilla gocce di piacere.” 

Segretario di Stato è ottenuto da puro malto d’orzo torbato senza eccessi, distillato artigianalmente a piccoli lotti con Athanor, uno speciale alambicco appositamente modificato al fine di preservare ed esaltare le proprietà della materia prima. Dopo una maturazione di 5 anni in botti di rovere, è affinato per almeno un anno in botti di Amarone, che trasferiscono al distillato alcuni tratti di dolcezza e aromi fruttati.

Come per le distillerie scozzesi, qualità e purezza dell’acqua sono essenziali nel whisky e infatti Poli l’attinge dalla falda acquifera del monte Grappa, massiccio di natura carsica considerato dall’Unesco una Riserva della biosfera.

EPOPEA DEL WHISKY ITALIANO

La via del whisky made in Italy, con gli elementi caratterizzanti dell’italianità, sembra essere tracciata e sbocciano le prime referenze sul mercato.

Poli arriva dopo che la distilleria trentina Puni ha coronato il sogno di rilasciare la prima produzione di whisky italiano. Fondata dalla famiglia Epensperger, Puni prende il nome dal torrente che scorre accanto alla sede e con i due alambicchi creati dalla Forsyths produce tre Italian Malt Whisky con il metodo pot still. Le prime bottiglie sono datate 2015, dopo tre anni di maturazione in botte, e oggi Puni continua a sperimentare.

Nel frattempo una maison storica della distilalzione, la sarda Silvio Carta, sta lavorando all’invecchiamento dei primi batch di whisky isolano, mentre la quasi neonata Strada Sterrata è uscita con dei new make aromatizzati. 

La distilleria artigianale affonda le radici nel mondo della birra, in quanto fondata da Agostino Arioli, uno dei pionieri della birra artigianale italiana già artefice del Birrificio Italiano. Con lui Benedetto Cannatelli – Railroad Brewing Co. Il sogno è la produzione di whisky e uscirà “con carattere italiano per gusto, creatività e materie prime di alta qualità”, annunciano i fondatori. Sarà un distillato di cereali invecchiato per un minimo di tre anni. Il master distiller è Marco Giannasso, già homebrewer e assaggiatore di birre, che dopo un’esperienza di lavoro in distilleria in Svizzera diventa responsabile di produzione in Strada Ferrata.

Nel 2024 Strada Ferrata sarà pronta per far assaggiare la “radicalità” del prodotto, ma è già possibile acquistare una quota whisky 2021 per essere annoverati tra i founders.

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