Usa, delivery troppo caro? Il 50% dei clienti cambierebbe gestore

Oltre la metà degli utenti americani sceglierebbe una piattaforma di delivery diversa se le fee aumentassero ancora. Lo evidenzia uno studio di Coupon Follow: 9 dollari la barriera psicologica
Usa, delivery troppo caro? Il 50% dei clienti cambierebbe gestore

La crescente avversione dei consumatori per le commissioni applicate agli ordini di cibo in delivery potrebbe minare la loro fedeltà al fornitore scelto. Lo evidenzia uno studio di Coupon Follow, aggregatore on line di sconti e buoni spesa, secondo cui il raggiungimento di una fee oltre i 9 dollari rappresenterebbe il limite oltre il quale, per la maggior parte degli utenti, si determina un cambio di gestore.

Ne parla Alicia Kelso su Restaurant Dive evidenziando che il tema rischia di impattare, in maniera significativa, su tutti i principali provider: Uber Eats ha una maggiorazione media dei piatti in menu del 75%, seguito da Grubhub con ricarichi del 66% e DoorDash al 59%, secondo le stime di Coupon Follow.

Nel 2022 300 euro di commissioni per un americano su 3

È bene sottolineare che il 36% del campione intervistato non ha comunque intenzione di ridurre la spesa per il delivery nel 2022, il che lascia ben sperare gli aggregatori che puntano a un aumento della profittabilità. Ma un utente su tre, secondo le stime dello studio, finirà con lo spendere circa 300 euro solo in commissioni, costo del cibo a parte.

Si rende quindi necessaria, da parte degli aggregatori, una riflessione più ampia sul rapporto costo-valore del servizio: per chi ha problemi di tempo, il fattore velocità di consegna è predominante nella scelta del provider, insieme all’ampiezza del portafoglio di marchi offerti. Eppure, non si può ignorare che a determinare la leadership di mercato di DoorDash (58%) è senz’altro anche il fatto che addebita prezzi medi di markup del menu più bassi tra gli aggregatori esaminati da Coupon Follow.

Una soglia psicologica per le fee

Tillster, sistema di efficientamento e gestione delle insegne di ristorazione, ha condotto uno studio secondo cui la barriera psicologica, per il consumatore medio, è ben più bassa di 9 dollari: nel 2021 la commissione massima considerata accettabile era di 3,90 dollari e solo il 44% è disposto oggi a pagarne oltre 5. La variabilità di queste soglie dipende probabilmente sia dall’inflazione in aumento, sia dalla disponibilità media di spesa degli utenti negli ultimi sei mesi del 2021. La maggior parte dei partecipanti alla survey di Coupon Follow dichiara di non intendere ridurre il budget da allocare al delivery nel 2022, ma circa il 30% di questi ridurrà la frequenza con cui ordina. Solo il 18% intende smettere completamente di usare le App di delivery.

Delivery senza passare dalle piattaforme

C’è un ultimo aspetto, tuttavia, che vale la pena evidenziare: secondo una ricerca di Lending Tree, un comparatore di concessioni di credito on line, il 70% degli americani intende spendere più soldi per risparmiare tempo e sforzi facendosi consegnare il cibo in delivery. Il 30% circa ammette di spendere più di quanto potrebbe permettersi per questo genere di servizio, ma il 45% si dichiara intenzionato a continuare ad ordinare con la stessa frequenza con cui lo faceva durante la pandemia. Certo, sempre più utenti chiedono di poter supportare i propri ristoranti preferiti, senza passare dalle piattaforme terze: secondo il report State of the Industry 2022 della National Restaurant Association sei su dieci preferirebbero ordinare direttamente dalle insegne che amano di più, così da poter risparmiare e supportare i gestori.

© Riproduzione riservata